Nokia Siemens Networks punta sui servizi gestiti

Proposte per la gestione delle attività di rete. Al momento in Italia c’è poco dinamismo.

Federico Rigoni, country director in Italia di Nokia Siemens Networks (frutto della fusione nel 2007 tra Siemens Com e Nokia Networks) ha presentato il programma di Managed service della società, che vanta 20.000 esperti di servizi distribuiti in 150 paesi e che si rivolge agli operatori di Tlc fisse e mobili.

Il manager ha inoltre sottolineato che Nokia Siemens a livello mondiale vanta una rete di 220 milioni di utenti di operatori telefonici e che nel settore dei Managed service ha 200 accordi.

In quest’area cresce l’importanza di servizi di outsourcing di attività di rete, in quanto gli operatori di Tlc stanno sempre più cercando di ridurre le spese e di ottimizzare le risorse. E tra gli ultimi accordi siglati cita quelli con Oi Brazil, Orange Spain e Orange Uk.

La strategia della società è di far leva sul proprio modello di Global Service Delivery come elemento di differenziazione, che si fonda su un bilanciamento tra vicinanza ai clienti e scala globale (di recente ha aperto un secondo Global Network Service in India mentre un terzo è a Lisbona), sul valore dell’installato e del brand per affermarsi presso gli operatori di Tlc e migliorare l’efficienza dei servizi e delle reti.

In Italia la situazione è ancora poco dinamica sul fronte dei Managed service, ma visto che il resto dell’Europa ha già iniziato a muoversi, Rigoni prevede che presto anche nel nostro paese gli operatori che si gestivano la rete in casa e che facevano in proprio attività di manutenzione potrebbero incominciare a considerare conveniente affidarsi a partner tecnologici di comprovata esperienza come Nokia Siemens, che ha contratti con tutti gli operatori nazionali di Tlc e che nel mobile gestisce 45.000 macchine (stazioni radio-base).

In questo periodo, tuttavia, la filiale italiana sta vivendo un periodo di tensioni sociali a causa della ventilata chiusura dei laboratori di ricerca e progettazione di Cassina de’ Pecchi e soprattutto di Cinisello (entrambi vicini a Milano) dove lavorano 600 tra ricercatori e tecnici su un totale di 1.700 dipendenti. Ancora in questi giorni sono in atto manifestazioni di protesta, come già era successo a settembre.

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