Non solo computer al cliente architetto

Chissà se, avendo a disposizione uno strumento come il computer, Fidia avrebbe realizzato il Partenone così com’è. E sarebbe esistito un movimento moderno nell’architettura e una concezione organica della stessa? In realtà il rapporto tra l’architettur …

Chissà se, avendo a disposizione uno strumento come il computer, Fidia avrebbe realizzato il Partenone così com’è. E sarebbe esistito un movimento moderno nell’architettura e una concezione organica della stessa? In realtà il rapporto tra l’architettura e l’informatica vive da sempre una doppia storia: fatta di conflitti e rifiuti, la prima; totalmente affidata all’elaboratore, la seconda. Quella degli architetti è una categoria di utenti che risulta essere estremamente aperta alle innovazioni, alla continua ricerca di nuove forme e strumenti per la realizzazione delle proprie opere, ma la loro professione ha forti radici nel passato, sulle cui regole ancora si basano. La volontà di sperimentazione e la praticità d’uso sono i maggiori motori che spingono questi professionisti a utilizzare gli strumenti informatici per lo svolgimento del proprio lavoro. E qui, chi ha un’attività di sviluppo di software, trova un terreno fertile, con grandi possibilità di creare programmi che semplifichino, oltre le più noiose operazioni di routine, anche la visualizzazione delle idee che, ancora oggi e chissà ancora per quanto tempo, gli architetti non smetteranno di disegnare su carta. Si può dire, oggi, di avere due scuole di pensiero, una a favore della progettazione al computer e l’altra legata al caro vecchio tavolo col tecnigrafo? Lo abbiamo chiesto a un esponente di tutto riguardo del mondo dell’architettura: Achille Renzullo, architetto napoletano, docente di Disegno dell’Architettura presso la Facoltà di Architettura dell’Università Federico II di Napoli. E lui ha risposto così:

Non credo che si possa parlare di due scuole di pensiero. In effetti io non credo che possa esistere una categoria di architetti che progetta al computer. Con la macchina si deve interagire, certo, ma solo dopo che il progetto è stato compiuto, solo dopo che al risultato ci si è arrivati con i passaggi che sono inevitabili nella realizzazione di un percorso progettuale.

Un passo indietro. Nel suo studio quanto peso ha il computer?
Molto. Potrei dire che l’informatica è diventata totalizzante. Non se ne può fare più a meno. Esiste un rapporto di amore e odio con questo strumento ma, poi, si finisce con il non “lucidare” più nulla al tavolo da disegno, così come in un ufficio qualunque non si scrive più una lettera a macchina.

Qual è la sua dotazione?
Essendo uno studio associato abbiamo diverse postazioni, ben distinte in base alle finalità. Vi è una stazione grafica completa di plotter e scanner. Così come abbiamo installato dei terminali esclusivamente per la videoscrittura. Tutti sono collegati in rete interna e tutti sono collegati anche a Internet.
Ogni stanza ha una sua stampante. Abbiamo dovuto abbandonare il Mac da circa sei anni perché ci dava problemi nella condivisione di alcuni programmi e determinati servizi con altri studi come il nostro.

Faccia un rapido conto: il software più utilizzato dai suoi collaboratori?
Posso dire, e comprendo anche me nel calcolo, che utilizziamo soprattutto l’AutoCad, di cui possediamo la versione 2000, e l’Office 2000 con i suoi applicativi. Poi, per il computo dei costi, va fortissimo da noi il Primus.

Si ritiene soddisfatto?
In generale sì. Ci sono in vendita buoni programmi di rilievo per esempio. I quali, attraverso foto predeterminate, danno la possibilità di una eccellente restituzione al computer e di tutta una serie di operazioni di ritocco e misurazione.
Gli applicativi consentono tantissime operazioni velocizzate rispetto al passato. Anche l’AutoCad facilita, per certi versi, la vita. Le ripeto: in generale sì…

Ma?
Ecco: ma. Perché rispetto a una soddisfazione complessiva, nel dettaglio esistono molti vuoti.

Ne dica qualcuno.
C’è sempre qualcosa che non si può fare. A fronte di programmi costosissimi anche per operazioni piccole, a ben vedere, esistono eccessive complessità. Cose che sembrano intuitivamente banali non possono essere realizzate a causa di qualche piccolo limite. A partire dalla scansione: è una acquisizione statica. A che serve avere una foto che non può essere ritoccata oltre un certo numero di funzioni possibili? Per finire al plotter: una serie innumerevole di passaggi per “dire” alla macchina: ok, stampa questo disegno.

Dunque suggerisce una semplificazione nel software?
Certo. Non è pensabile che un professionista debba spendere ancora tanto del suo tempo a imparare funzioni e sequenze che potrebbero essere tranquillamente sintetizzate in pochi e rapidi comandi. Il computer deve servire a facilitare la vita. Sì, d’accordo, la somma delle singole operazioni per raggiungere il risultato finale sarà più breve rispetto al disegno al tavolo. Ma, a parte la discutibilità di questo assunto, quanto costerà in termini di tempo e autoformazione al professionista questa tanto decantata brevità?

Ha qualche idea in proposito da passare ai produttori di software?
La prima cosa che chiederei alle software house specializzate nella produzione di materiale per architettura e ingegneria è un sistema di programmi che possa chiudere il cerchio. Mi spiego: noi utilizziamo un Primus per il computo, un AutoCad per la restituzione grafica, un applicativo per la vettorializzazione, un altro per i rilievi… perché non mettere tutto insieme in un pacchetto che sia, dico un esempio, una sorta di Office per gli architetti?
E che sia possibile, dunque, il passaggio di tutti i dati da un applicativo all’altro con la massima semplicità possibile?

Avete delle pagine Web?
No, non credo ci sia utile in questa fase. Utilizziamo molto Internet, questo sì.
Tantissime le e-mail, così come le ricerche in Rete.

Ricerca riguardante leggi o normative aggiornate?
No, per questo ho acquistato un cd rom di De Agostini con i relativi aggiornamenti in materia di normativa tecnica.
Le nostre ricerche sono soprattutto sui materiali da costruzione. Vedo che i miei collaboratori, quando si trovano in difficoltà, aprono Virgilio e cominciano a digitare chiavi… in genere riescono a trovare sempre ciò che cercano.

Ha un’assistenza costante sui computer e sul software?
Devo dire che sono gli stessi miei collaboratori a occuparsi della parte assistenza. Poi, quando abbiamo problemi specifici con il plotter, ci rivolgiamo a un Cad Service poco distante da noi che ci risolve tutti i problemi di impaginazione, colorazione delle tavole, formati particolari per le mostre. Dobbiamo ricorrere a personale istruito solo per questo, altrimenti rischieremmo di perdere del tempo prezioso.

Mi pare di capire, che l’informatica ha contribuito alla velocizzazione di molte operazioni nel suo studio.
È un utile strumento di servizio. Bisogna, però, usare il pc con discrezione. Io ho paura di un uso indiscriminato che vada a discapito della progettazione. Uno schermo ha sempre una visione limitata, parziale. Provi a immaginare, invece, un tavolo di un metro per settanta con una visione complessiva immediata. Si perde la scala, i rapporti. E per la progettazione il controllo della scala metrica è un fattore decisivo. In questo caso, certo non ti penalizza nel lavoro, ma di sicuro non ti aiuta nemmeno.

In definitiva mi dica, allora, quali sono i pregi e i difetti del rapporto architettura e informatica.
Come pregio vedo la capacità di risolvere problematiche complesse in settori come quelli dell’impiantistica e il relativo dimensionamento delle strutture e dei computi metrici. Per questi ultimi esistono veramente possibilità prima impensabili di operare. Ricordo i prezziari cartacei con terrore, rispetto ai programmi odierni che contengono i prezzi di tutto ciò che riguarda l’edilizia e di tutte le regioni. Difetto principale è quello di concepire tutto con alla base la ripetitività. Non c’è questo contenuto ripetitivo sempre. È un falso. Il computer parte dall’idea di serialità; in architettura ciò non è consentito, per fortuna. Altrimenti sarebbe l’inizio della fine.
Marzio Di Mezza

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