Nuova strategia Compaq, la parola agli analisti

A pochi giorni dagli annunci con i quali il Ceo della società sanciva un cambio di rotta verso l’area dei servizi, gli analisti si interrogano se sia buona scelta. E promuovono Compaq, con qualche riserva.

La notizia è di pochi giorni fa e vede Compaq, forse per contrastare il continuo downpricing dei personal computer, annunciare un suo deciso spostamento verso l’area dei servizi, in una sorta di emulazione dell’organizzazione strutturata da Ibm con i suoi Global Services.
Fin dall’inizio dell’anno, Compaq ha spostato l’accento dalle attività strettamente legate al business dei pc, alla vendita di server destinati alle applicazioni Web o ad altri servizi tecnici. E nel corso del mese di giugno il Ceo della società Michael Capellas ha annunciato un piano di riorganizzazione al cui centro c’è proprio l’organizzazione Compaq Global Services e i suoi 38.000 dipendenti. Per di più, l’azienda ha destinato 500 milioni di dollari all’acquisizione di società di servizi di piccole dimensioni che dovrebbero consentirle di seguire meglio nuovi mercati, quali il retail, le biotecnologie e l’entertainment.
Tutte queste mosse hanno come obiettivo la riduzione della dipendenza del business complessivo di Compaq dall’andamento delle vendite di pc, portando nel contempo a un incremento del peso dei servizi sull’intero fatturato dal 16 al 33%.
Ma cosa ne pensano gli analisti di questa decisione? Sicuramente vedono bene la mossa, trovandola sensata. La nuova enfasi sui servizi significa che l’azienda è in grado di offrire qualcosa di più delle sole macchine, vale a dire pacchetti su misura di hardware, software e servizi. Tuttavia, la spinta sui servizi non è esente da rischi, in quanto pone la società in diretta concorrenza con Ibm e con tutte quelle società che per anni hanno operato proprio nella fornitura di servizi. In particolare, ciò che rende perplessi gli analisti è il fatto che Compaq Global Services ha finora operato con successo in ambiti specifici quali le telecomunicazioni e i servizi finanziari. Manca forse di expertise (elemento però differenziante) per entrare nel retail, nel mercato farmaceutico, in quello delle biotecnologie, nel manufacturing e via dicendo.

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