Nuove tecnologie e investimenti, La 7 cerca il rilancio

La rete di Telecom Italia Media sta vivendo un momento delicato, ma gli ascolti reggono, i programmi piacciono ed è anche stato siglato un importante accordo pubblicitario

La7, la Tv del gruppo Telecom Italia che ricade sotto il controllo di Telecom Italia Media, ha visto negli ultimi mesi una serie di evoluzioni che hanno prima portato all’insediamento di Giovanni Stella come amministratore e poi a una razionalizzazione che mira a migliorare i risultati di gestione e di bilancio. La prima fase, che ha visto anche la ridiscussione di molti contratti scaduti, soprattutto quelli dei service che offrivano le strutture per la produzione di alcuni programmi, ha portato a un primo risparmio sui costi di produzione. In parallelo è stato aumentato l’affollamento degli studi di produzione interni, in particolare quelli di via Novaro, che oggi è una sorta di fabbrica che lavora per molte ore durante l’arco della giornata. Anche per queste nuove esigenze sono state rinnovate le tecnologie degli studi stessi e realizzate nuove e funzionali scenografie. Allo stesso tempo, il nuovo direttore di rete Lillo Tombolini ha avviato una serie di “armonizzazioni” che hanno consentito di ottenere risultati positivi.

Buone notizie ma anche tagli
«Questa è la migliore stagione di tutta la storia di La7» – ci fa notare Antonio Provenzano, responsabile dell’ufficio stampa dell’emittente. Nel frattempo, è stato anche rinnovato il contratto con la concessionaria Cairo Pubblicità, con un ottimo aumento, quasi il 30%, del minimo garantito. Non male come risultato, vista la recessione economica in atto. Per i programmi, dopo Chiambretti, passato ad Italia 1, anche la Bignardi ha firmato con RaiDue. Ma tutto questo rientra nella logica della razionalizzazione dei costi; allo stesso tempo è arrivata Lilli Gruber a condurre ‘8 e mezzo’, che ha così consolidato gli ascolti. E per la nuova stagione sono previste altre novità.
Ma non sono certo tutte rose e fiori: l’esigenza di contenere i costi ha portato, come è noto, a tagli di una certa entità nel campo giornalistico, con relative perduranti tensioni (vedi Millecanali novembre). Allo stesso tempo – altro elemento strategico ancora – si è presa in considerazione la cessione di alcuni ‘asset’ del gruppo, in un’ottica comunque di partnership con gli acquirenti. È il caso della pay-per-view digitale con Airplus Tv (operazione già perfezionata), mentre si sta vagliando l’opportunità di accettare l’offerta pervenuta per una partecipazione nella controllata Timb (Telecom Italia Media Broadcasting) e nelle attività di ‘operatore di rete digitale’. In vendita sarebbe anche l’agenzia Apcom.

La struttura produttiva
Per il futuro si punta certamente, e non potrebbe essere diversamente, visto che il core business del gruppo resta nelle telecomunicazioni, a un’integrazione delle diverse piattaforme, che porti a ottimizzare investimenti e ricavi, capitalizzando tutti gli asset del gruppo. Quali potranno però essere, nel dettaglio, i futuri modelli di business e le possibili sinergie tra La7, la controllata MTv e la Web Tv di Alice, piuttosto che la Mobile Tv di Tim, oggi è ancora presto per dirlo e nessuno vuole sbottonarsi. Il potenziale però è evidente ed è facile intuire che questo sarà un obiettivo importante, in prospettiva. Per essere pronta a cogliere le future sfide legate alla multicanalità, che deriva anche dallo switch-off digitale, piuttosto che dalla distribuzione multipiattaforma, La7 sta così potenziando complessivamente il proprio sistema produttivo.

Flessibilità su standard e formati
Il punto di partenza è stata la scelta della massima flessibilità sui formati e standard da utilizzare, sui differenti formati di compressione e sui relativi supporti, in modo da poter rispondere a tutte le esigenze di ‘ingestion’ dei materiali in entrata e alle necessità di storage presenti e future. Per le riprese Eng, si è invece puntato su Xdcam della Sony. La fase successiva è stata quella di favorire la migrazione digitale nel modo meno traumatico possibile, prevedendo vari momenti di passaggio, come è già avvenuto per l’ingestion o per l’editing. Una scelta che ha consentito a tutti gli operatori di non subire una ‘svolta traumatica’. Si è allo stesso tempo scelto di puntare su un’architettura di sistema aperta, modulare e scalabile, che possa essere facilmente adattata alle future esigenze produttive. I centri collegati sono tre: il principale è quello di via Novaro a Roma; sempre nella Capitale c’è quello di via Pineta Sacchetti, senza dimenticare il centro di via Magolfa a Milano. I tre centri sono interconnessi con una rete VPN, mentre tra Milano e Roma (via Novaro) è attivo anche un collegamento da 50 Mb/s. I centri romani di via Pianeta Sacchetti e via Novaro sono invece collegati fra loro anche con una rete a 1 Gb/s.

Gli investimenti per il futuro
Contrariamente a quanto ipotizzato da molti, La7 sembra  voler puntare a un sostanziale potenziamento della struttura, pur nell’ottica di una ragionata razionalizzazione nell’impiego delle risorse. Sono infatti previsti corposi investimenti, resi necessari anche dallo switch-off digitale, nel caso della rete; ma gli investimenti riguardano anche il rafforzamento del palinsesto e l’acquisto dei diritti relativi ai programmi, oltre all’ulteriore potenziamento delle strutture di produzione. Come è stato illustrato dal Direttore Generale Marco Ghigliani, sono previsti nei prossimi tre anni investimenti per 190 milioni di euro, di cui 90 dedicati alla digitalizzazione della rete di diffusione, 70 ai diritti dei programmi e 30 alle strutture di produzione.

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