Sotto i riflettori accesi sull’edizione 2015 del Vmworld, di scena a San Francisco fino al 3 settembre, ci sono l’anteprima tecnologica sul progetto Skyscraper, ma anche, e soprattutto, i nuovi servizi di public cloud e le soluzioni per il Software-defined datacenter firmati Vmware.
Suo l’obiettivo di estendere la piattaforma per l’hybrid cloud per consentire alle organizzazioni It di progettare, far girare e distribuire qualsiasi applicazione più velocemente.
Elette proprio le applicazioni “carburante” della digital transformation in atto, la strategia One Cloud, Any Application, Any Device proposta da Vmware in abbinamento alla piattaforma unificata per il cloud ibrido si propone, dunque, di offrire l’opportunità di beneficiare di un ambiente basato su Vmware vSphere nel cloud pubblico e privato per progettare e distribuire qualsiasi applicazione tradizionale o cloud-native in modo sicuro.
In tal senso vanno lette le novità introdotte sulla console di orchestrazione rappresentata da Vmware vCloud Air Disaster Recovery, per la quale il vendor ha previsto un’opzione “pay-for-what-you-consume” finalizzata a far pagare un costo flat per ogni macchina virtuale protetta e per la quantità di storage consumato dalle virtual machine.
Proposta in modalità SaaS, Site Recovery Manager Air permetterà, imvece, ai clienti di Vmware vCloud Air Disaster Recovery un recovery affidabile e orchestrato di applicazioni multi-Vm e datacenter protetti su Vmware vCloud Air, mentre l’offerta di servizi storage per dati non strutturati rappresentata da Vmware vCloud Air Object Storage nelle sue declinazioni powered by Google e Emc promette di ridurre il bisogno di protezione dei dati grazie alla ridondanza integrata e di supportare l’acceso globale da ogni dispositivo, ovunque e in qualsiasi momento.
A sua volta, con Vmware vCloud Air Sql, l’intento è offrire accesso semplice ai database relazionali scalabili e cloud-hosted.
Proprio osservando il trend secondo cui sempre più aziende si spostano dalla virtualizzazione delle sole risorse server a quella dello storage e del network, Vmware ha, poi, annunciato nuove versioni dei prodotti per il Software-defined datacenter.
Tra loro, la versione 6.2 di Vmware Nsx che, con l’introduzione di nuove capacità come Traceflow e Central Cli, si propone di semplificare ulteriormente le operation e la visibilità per un più efficiente uso delle risorse su un singolo o su molteplici datacenter e servizi di networking ibridi.
Nuove capacità di Intelligent workload placement caratterizzano, a sua volta, Vmware vRealize Operations 6.1 destinato alle aziende che passano dal cloud privato a tecnologie per il Software-defined datacenter e per il cloud ibrido.
Sulla medesima falsa riga vanno letti, infine, gli annunci di integrazione e il rilascio di nuove feature e miglioramenti per vRealize Log Insight 3, Vmware Integrated OpenStack 2, Vmware Site Recovery Manager 6.1 finalizzati a semplificare la gestione del disaster recovery e accelerare il recovery nel Software-defined datacenter consentendo, tra l’altro, una protezione policy-based per le macchine virtuali.
Infine, le Api per Vmware vSphere per Io Filtering consentiranno all’ecosistema di partner, fra cui Asigra, Emc, Infinio, PrimaryIo, Samsung, SanDisk e StorageCraft, di offrire servizi software-based di terze parti come replica e cache. Questi servizi saranno completamente integrati in vSphere e gestiti attraverso vSphere Storage Policy-Based Management, che è lo stesso framework usato per gestire tutti i servizi di Sds in vSphere.