Microsoft rilascia la beta di WinFS per l’indicizzazione e la ricerca dei file. Nuova vulnerabilità per Internet Explorer
Sul blog di WinFS,
Microsoft ha comunicato di aver rilasciato la prima beta del nuovo file system
agli sviluppatori registrati al MSDN (Microsoft Developer Network).
WinFS sarà integrato nelle prossime versione di Windows
e vuol rappresentare un deciso cambio di rotta dispetto a quanto sinora avvenuto.
WinFS poggia le sue fondamenta su NTFS ma utilizza una tecnologia
di derivazione SQL Server 2005 per fornire tutte le funzionalità di indicizzazione
e ricerca istantanea dei dati memorizzati sul disco fisso.
L’obiettivo di WinFS consiste nell’unire mondi diversi come quello dei database
relazioni, oggetti, XML e file system fatti di documenti non strutturati con
il concetto di metadata.
Piuttosto che rappresentare un file con un singolo nome, WinFS prova a gestire
insiemi di oggetti similari (e-mail, contatti della rubrica, tipi di documento)
fornendo funzionalità di indicizzazione e ricerca basata su keyword.
WinFS è l’acronimo di Windows Future Storage, nome
che probabilmente verrà modificato all’atto del lancio ufficiale.
La data di rilascio di WinFS è comunque incerta: se in un primo tempo
Microsoft pensava di integrare la nuova tecnologia in Windows Vista
(fine 2006), lo scenario è divenuto – col trascorrere del tempo – assolutamente
impossibile. E’ altrettanto improbabile che WinFS venga inserito in Windows
Vista Server (uscita prevista nel corso del 2007).
E’ possibile che WinFS venga rilasciato come add-on, un pò com’è
accaduto per il framework .NET oppure nel Service Pack 1 per Windows Vista,
mentre ancora non è dato sapere se sarà disponibile anche per
Windows XP.
Una introduzione su WinFS è consultabile a questo
indirizzo (sito ufficiale).
E intanto, una nuova falla interessa Internet Explorer 6,
falla che permetterebbe l’esecuzione di codice maligno all’insaputa
dell’utente, semplicemente visitando un sito Web sviluppato “ad arte”.
Il rischio interessa anche sistemi Windows XP SP2 regolarmente “patchati”.
Tom Ferris, autore della scoperta, informa sul suo
sito Web di aver esposto il problema a Microsoft alla vigilia di ferragosto.
Al momento i rischi sono pressoché inesistenti perché
il codice “exploit”, in grado di far leva sulla falla di sicurezza,
non è stato reso noto.
La nuova lacuna in termini di sicurezza scuote ancora una volta Internet Explorer,
costantemente bersagliato. Secunia marca impetosamente il livello di allerta
legato all’uso di Internet Explorer 6.0 come “altamente critico”.