Non più e non solo It manager nei corridoi della manifestazione Ict più importante d’Italia. Per Pierantonio Macola, che di Smau è amministratore delegato, il ruolo di innovation manager è appannaggio di chiunque voglia utilizzare in azienda le app di cui fa uso nel tempo libero.
Il miracolo del meccanismo di impollinazione in chiave innovativa si è nuovamente compiuto.
A manifestazione conclusa, sono oltre 52mila i partecipanti alla 48esima edizione di Smau, che hanno permesso alla kermesse milanese più importante del settore Ict di casa nostra di superare del 15% il numero di visitatori della passata edizione.
Un’edizione che, mai come quest’anno, verrà ricordata per imprese, territorio, Pubblica amministrazione, cloud computing e nuovi paradigmi da applicarsi rigorosamente in chiave mobile.
Con un qualcosa in più, visto che per Pierantonio Macola (nella foto), «Smau non è più l’appuntamento di riferimento per i soli It manager».
A farsi largo, anche da noi, sono gli innovation manager e un distinguo fondamentale, visto che «il ruolo di innovatore in azienda non è più appannaggio esclusivo dello specialista dei sistemi informativi ma degli imprenditori che si aspettano di poter applicare le modalità app che utilizzano nel proprio tempo libero anche in azienda» è la considerazione dell’amministratore delegato di Smau.
Lo stesso, per il quale, l’edizione 2011 di Smau, verrà ricordata per due fenomeni evidenti. «Guardando alla sezione End User Business, il primo è quello della consumerizzazione che ha portato le tecnologie, touch in primis, a permeare anche i manager nelle loro attività lavorative quotidiane».
L’altro fenomeno è, invece, rappresentato dall’universo dei partner che, attraverso cloud e Unified communication, muovono nella direzione al supporto della piccola e media impresa affidatagli da vendor «del calibro di Intel e Telecom Italia, ma anche di Sap, Ibm e Oracle, che hanno scelto di offrire anche a questo target di utenza la Business intelligence attraverso i propri rappresentanti sul territorio».
Tutto intorno, start up e aziende innovatrici che la formula di Smau non vuole in cerca di investitori tradizionali, «che già conoscono», ma di imprenditori e manager di aziende tradizionali «che vedono in queste nuove realtà un’opportunità per capire realmente la cultura dell’innovazione». Perché il segreto di Smau è anche questo.
«E replicarlo nei roadshow è la nostra mission a partire dalle tappe del 2012 che inaugureremo nuovamente cominciando da Bari, Roma, Padova e Bologna per raccontare le tematiche e i trend visti qui a Milano forti delle relazioni strutturate con quasi 160 associazioni provinciali, tra Confindustria e Confcommercio, che ci permettono di mappare anche cosa la domanda chiede».
E a guardarsi intorno, nella tre giorni appena conclusasi a Milano, l’approccio volto a indagare le esigenze di territori, imprese, operatori e manager «proponendo una risposta che sia un’integrazione tra contenuti informativi e offerta di soluzioni» ha il suo perché.
Ma affinché funzioni, conclude Macola, «la spesa It presso le imprese italiane deve aumentare in maniera consapevolee e non perché cresce l’Iva».