La società sta valutando l’uscita dalla logistica, mentre è passata in minoranza nell’e-business
31 ottobre 2002 “Mi dispiace per Esprinet ma Opengate is back” Vincenzo Morlini, membro del comitato esecutivo di Opengate Group ha chiuso così la presentazione del bilancio 2001/2002 della società. Una sferzata d’orgoglio che arriva però dopo gli interventi di Antonio Lazzari, cfo, e del ceo Stefano Perboni che hanno disegnato un quadro con molte ombre, promesse di riscatto e qualche novità.
Partiamo dai dati di bilancio. Il consolidato chiude a 1.051 milioni di euro in crescita del 6,3%. A parità di perimetro, però, la riduzione è del 9%. Il risultato netto consolidato evidenzia una perdita di 51 milioni (4,8%) del fatturato, il margine operativo lordo è di 13 milioni (erano 29 lo scorso anno), mentre l’Ebit è negativo per 23 milioni. Migliora l’indebitamento finanziario netto che passa 253 a 241 milioni di euro. Una situazione pesante alla quale il management sta mettendo mano con una serie di misure tese al miglioramento della redditività. Fra queste spicca l’uscita, già portata a termine, di duecento persone (il 20% della struttura) che ha comportato la chiusura di sedi periferiche, mentre in programma c’è uno spin off immobiliare, la dismissione di attività e la cartolarizzazione dei crediti per 130 milioni di euro.
Ma non solo. Rinnegando la strategia seguita negli ultimi due anni Opengate Group, dopo avere proceduto alla fusione delle società acquistate, sta pensando di cedere l’area della logistica, mentre è scesa in minoranza nell’e-business dove è presente con Nextgate. Difficile situazione economica, difficoltà nella integrazione delle società acquisite, peggioramento del livello di servizio e customer satisfaction sono alcuni elementi, elencati da Lazzari, che hanno contraddistinto l’annus horribilis del distributore di Malnate. Ma adesso si cambia strada. L’azienda dichiara di voler concentrarsi nel core business della distribuzione, e di volere focalizzarsi su finanza, mercato e organizzazione. Il cliente torna al centro degli interessi del gruppo che non prevede altre acquisizioni (anzi, non prenderà neanche il controllo di Innocenti & Cammelli società che si occupa di materiale elettrico), valuterà il mantenimento delle partecipazioni in Dentality e Snes e punta a realizzare un fatturato che probabilmente quest’anno non crescerà ma che “sarà di migliore qualità”, assicura Stefano Perboni.
Aumento della redditività tramite crescita dei margini e riduzione dei costi e maggiore qualità anche per il capitale circolante (è prevista la riduzione del magazzino) sono le linee strategiche della società di Malnate che prevede anche l’integrazione dei servizi di Openservice (la società di servizi per il mondo It) con la parte distributiva. Per l’It è previsto anche l’avvio del progetto Domo con la vendita di prodotti attraverso canali alternativi.