Ora per Microsoft il pericolo viene dall’Europa

Dilazionata, se non scongiurata, la possibilità di smembramento per vie legali negli Usa, la casa di Bill Gates deve affrontare una battaglia antitrust di pari rilievo con i commissari dell’Unione Europea.

La sentenza emessa nei giorni scorsi dalla Corte d’appello federale americana ha momentaneamente scongiurato la minaccia di una divisione per vie legali di Microsoft. Ma, nei prossimi mesi, l’azienda dovrà affrontare una battaglia forse ancor più dura in sede di Commissione Europea. Ci sono due casi pendenti, entrambe contro Windows e avviati da Sun, che avrebbe dato al costruttore un vantaggio non corretto nel mondo dei server. L’accusa è, in particolare, di aver violato l’articolo 82 del Trattato Ue, nel quale si parla di “abuso di posizione dominante”.

La sensazione di uno scontro difficile è stata rafforzata dalla fresca decisione dell’Ue di bloccare la fusione da 43 miliardi di dollari fra General Electric e Honeywell, nonostante lo stesso presidente Usa, George Bush jr., si fosse speso a favore. Proprio questo intervento politico, peraltro, potrebbe essere fra i motivi di una recrudescenza antitrust delle autorità continentali, preoccupate dell’eccessiva potenza di certe aziende d’oltreoceano in un’economia già depressa dalla forza del dollaro. La differenziazione della posizione europea rispetto a quella statunitense la dice lunga sulle attuali divergenze dei rispettivi organi preposti alla disamina di cause antitrust.

Ma in questi giorni la Commissione europea si è mostrata aggressiva su vari fronti geografici, prendendo misure a interim contro la tedesca Ims Health (monopolista nel campo dell’informazione farmaceutica) e lanciando una dettagliata investigazione sulla fusione fra due aziende minerarie brasiliane. Da qui deriva la sensazione che possa esserci una maggior aggressività antitrust che andrebbe a riflettersi proprio sul caso Microsoft, perdipiù in un contesto nel quale il costruttore non ha smesso di integrare funzioni e programmi all’interno del proprio ultimo sistema operativo Windows Xp. In effetti, il giudice d’appello americano ha bocciato l’ipotesi di split, ma ha confermato l’esistenza di pratiche scorrette da parte di Bill Gates e soci. Questo potrebbe armare una mano “pesante”in sede di disamina europea.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome