Mentre la casa di Larry Ellison lancia l’Identity Management suite, Big Blue aggiorna Tivoli Identity Manager.
Oracle ha affinato le armi per la sicurezza introducendo una nuova proposta integrata per la gestione delle identità, costruita grazie alla tecnologia di autenticazione e autorizzazione dello specialista Oblix, acquisito da Oracle lo scorso marzo, e destinata alla salvaguardia dei dati trasversalmente in ambienti eterogenei.
La soluzione si chiama Oracle Identity Management suite e va ad aggiungere un ulteriore tassello nel mosaico di funzioni rese disponibili dal Fusion Middleware (che, tra l’altro, ha appena giovato dell’introduzione di Data Hub).
L’Id Management suite targata Oracle offre funzionalità per la protezione dei computer e delle applicazioni contro eventuali intrusioni. Il suo funzionamento è “trasparente” ai software e ai sistemi da tutelare, mantenendo inalterato il loro funzionamento.
Il supporto di ambienti differenti, fattore abilitante per l’interscambio di Web service, è la caratteristica distintiva della suite, soprattutto rispetto alla precedente offerta per in materia di Oracle, la cui attività era limitata alla protezione dell’application server e del database della società. La compatibilità è ora estesa a sistemi operativi, directory, application server e applicazioni di differenti produttori, tra cui Ibm (Db2 e WebSphere), Bea WebLogic, Sql, Sap, fino al proviisoning di Microsoft Active Direcotry e Microsoft Identity Integration Server.
In questi giorni anche Ibm ha presentato un aggiornamento della propria soluzione di identity management, con la versione 4.6 di Tivoli Identity Manager che sarà disponibile durante il terzo trimestre dell’anno. La release, che consente di gestire in sicurezza le credenziali degli utenti e le password, si caratterizza per la possibilità di creare scenari “what if”, grazie a una funzione di simulazione dell’effetto del cambiamento delle policy di sicurezza.