Oracle e Microsoft. Il salto nel Rfid lo si progetta ora

Le recenti iniziative dei due big del mercato fanno da corollario a una profusione di rapporti che dicono tutti la stessa cosa: investite nella tecnologia di riconoscimento a radio frequenza. Lo fa pure la Ue.

Una ricerca di Evans Data, condotta su 450 sviluppatori mondiali di soluzioni a base Rfid, ha scoperto che il 30% di loro usa la tecnologia a radio frequenza per creare applicazioni di sicurezza, e che solo il 20% la sta utilizzando per le operazioni di tracciamento (inventario). Percentuali che sicuramente si rovesceranno. L’aspetto “integrativo” delle soluzioni Rfid, infatti, cioè quello che guarda negli occhi l’area gestionale delle imprese, sembra essere quello maggiormente in grado di ingolosire gli investimenti.


Testimonianza è la recente iniziativa di Oracle, che ha presentato Oracle Sensor-Based Services, un set di funzionalità per acquisire, gestire, analizzare e utilizzare i dati forniti da sensori di vario tipo, come quelli basati sulla tecnologia Rfid. Una soluzione, quindi, che conferisce la possibilità di integrare le informazioni fornite dai sensori installati nei sistemi enterprise automatizzando i processi di business e puntando a migliorare il Roi. La proposta di Oracle mette a disposizione capacità Rfid che si basano sulla tecnologia di Oracle Database 10g, Application Server 10g, Enterprise Manager 10g ed E-Business Suite 11i. Tra le opzioni per il deployment della soluzione c’è anche il Rfid Pilot Kit, che incorpora driver per i lettori Rfid più diffusi, capacità di reporting e tool di Bi per assicurare l’immediata visibilità sui rispettivi processi di business.


La prossima versione di Oracle Application Server 10g, poi, supporterà l’integrazione e la gestione di dispositivi per tutti i lettori Rfid. Nuovi servizi di acquisizione periferici permetteranno di acquisire e filtrare i dati provenienti da lettori e sensori prima di inviarli a un data store per l’analisi e la distribuzione alle applicazioni business. Anche Microsoft punta ad avere un ruolo sempre più significativo nel campo Rfid. Con questo obiettivo, infatti, da Redmond hanno costituito un gruppo di lavoro, il Microsoft Radio Frequency Identification Council, i cui lavori stanno per iniziare e al quale prenderanno parte Accenture, GlobeRanger, Intermec e Provia. Obiettivo del gruppo è sviluppare una piattaforma sulla quale i partner possano creare prodotti e servizi Rfid, basati su Windows Ce, Sql e BizTalk Server. Tutto ciò testimonia che il motore del business sta girando, pur con tutti i distinguo del caso (come quello di chi ha mostrato scetticismo rispetto alla capacità di rispettare i termini imposti da un colosso del retail come Wal Mart, che dal prossimo anno chiede l’adozione di tag Rfid ai propri fornitori). E in questo panorama non poteva mancare l’intervento dell’Unione europea, che ha finanziato un progetto per un processo di fabbricazione di circuiti elettronici basato sui polimeri. Il progetto, chiamato PolyApply, comprende anche lo sviluppo di chip a basso costo per applicazioni Rfid. Nel quadro del Sesto programma di ricerca e sviluppo, l’Ue ha stanziato 12 milioni di euro per finanziare il lavoro di un gruppo di 20 realtà, fra cui la svedese Acreo, le tedesche Infineon e Siemens, l’olandese Philips e la “nostra”, St Microelectronics.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome