Oracle porta la suite di e-business verso le medie aziende europee

Atteso in settimana l’arrivo di una versione specifica dell’insieme di prodotti che vanno sotto la sigla 11i, in risposta alle recenti analoghe mosse soprattutto di Microsoft. Intanto, arrivano notizie abbastanza buon dalle survey fatte sugli utenti continentali.

2 dicembre 2002 Occorrerà attendere la metà della settimana per avere tutti i dettagli dell’ennesima sfida che Oracle sta per lanciare su un terreno non suo ai principali rivali del mondo It già affrontati su terreni “forti” come i database o l’Erp. L’azienda, infatti, intende proporre una versione per aziende medie della propria E-Business Suite e ha scelto l’Europa quale terreno primario di caccia di nuovi clienti. Secondo le prime indiscrezioni, non dovrebbe trattarsi di una semplice versione ridotta della nota suite 11i, ma, per il momento, non si capisce cosa possa contenere di specifico per attirare proprio l’universo degli utenti di aziende medie europee, al di là dell’ovvio supporto dell’euro nei processi di business finanziari. Peraltro, la mossa corrisponde a un annuncio strategico fatto qualche tempo fa e che anticipava l’intento di rilasciare versioni “regionali” dell’offerta, indicando anche nella Cina un altro bersaglio commerciale.

Ciò che si attende è comunque una suite che contenga gli elementi chiave della versione maggiore, ossia gli applicativi gestionali di amministrazione, gestione finanziaria e delle risorse umane. È probabile che anche il Crm faccia parte del pacchetto. È chiaro che si tratta di una risposta soprattutto a Microsoft, che ha di recente spinto molto su questo fronte, prima con l’acquisizione di Great Plains e Navision e poi con una conseguente offerta del tutto rinnovata. Ma anche gli altri big del settore Erp, da Sap a PeopleSoft fino a Jd Edwards, hanno spostato progressivamente il proprio focus verso quello che appare il settore d’utenza più ricettivo, oggi, a nuovi investimenti.

Oracle sta anche misurando, in Europa, la reazione degli utenti ai cambiamenti apportati al proprio modello di pricing, da sempre uno dei punti deboli della società. Da quanto sta emergendo (ci sono indicazioni raccolte in Francia e Gran Bretagna), gli utenti appaiono soddisfatti innanzitutto del periodo trascorso senza nuove release nel database, cosa che ha consentito loro di concentrarsi su quanto già implementato. Ma le cose non sono migliorate troppo sul piano delle tariffe. Nella metà del 2001, il costruttore è passato da un calcolo sulla potenza delle macchine a un modello flat rate per processore, che appare poco flessibile e costringe a pensare o a versioni molto “basiche” o a prodotti più carrozzati, ma anche assai più costosi. Positive, invece, le reazioni al supporto e alla qualità del software.

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