Situazione bloccata: azionisti favorevoli, board contrario. Potrebbe durare ancora a lungo. Oracle vuole invece accelerare.
Comunque finirà, sarà ricordata come la battaglia dei carteggi.
Lettere
del board agli azionisti. Lettere di Larry Ellison al board. Lettere di Ellison
agli azionisti. Lettere del board agli analisti.
L’ultima, in ordine di
tempo, ha come mittente Jeff Henley, chairman di Oracle, ed è
stata scritta qualche ora dopo che il board direttivo di
PeopleSoft, malgrado la maggioranza degli azionisti avesse
accettato l’offerta di 24 dollari ad azione, aveva rifiutato di
discutere nuovamente l’ipotesi di un accordo tra le due
società.
“… osserviamo – cita testulamente la lettera – un
secondo rifiuto alla nostra migliore e definitiva offerta di 24 dollari ad
azione, questa volta a dispetto di una scelta che quasi il 61% dei vostri
azionisti ha già fatto“.
“Siamo ovviamente a un impasse“.
E
a questo punto Henley cita una serie di motivazioni per cui non sarebbe sensato
proseguire per altri lunghi mesi la battaglia, palleggiando da un tribunale a
una riunione del board.
Secondo quanto scritto da Henley, l’attuale posizione
di PeopleSoft sarebbe quantomai favorevole, mentre le prospettive di crescita
tracciate dalla società per dissuadere i propri azionisti dal vendere vengono
tacciate semplicemente come “poco credibili“.