Oracle va al rialzo

Questa volta fa sul serio, dicono gli analisti. La nuova offerta è di 26 dollari ad azione, cifra considerata ragionevole da buona parte degli azionisti.

5 febbraio 2004 Di nuovo al rialzo. Larry Ellison
alza di nuovo, e di un terzo, l’offerta ostile per l’acquisizione di
PeopleSoft
, portandola a 9,4 miliardi di dollari.

A distanza di otto mesi dalla prima offerta, il gioco si fa ancora più duro,
con Oracle oggi disposta a pagare qualcosa come 26
dollari ad azione
, in contanti, vale a dire il 19% in più rispetto alla
chiusura borsistica della giornata di ieri.
Un rialzo ancor più
significativo, se si pensa che l’offerta iniziale, presentata lo scorso mese di
giugno, era di 16 dollari per azione. Ragionevole, a questo punto, pensare che
buona parte degli azionisti questa volta potrebbe davvero accettare, anche se lo
zoccolo duro sembra deciso a non cedere.
E se fino a poco tempo fa le
speranze di riuscita dell’operazione non erano superiori al 30%, ora si parla
tranquillamente di un 75-80% di chance di riuscita.

Abbastanza unanime il parere degli analisti e delle società di investimento,
che per la prima volta giudicano “seria” l’offerta di Oracle e
meritevole per lo meno di attenzione.
Da parte sua, PeopleSoft
avrebbe invitato gli azionisti ad attendere.
Sarebbe imminente, anche
se non è stato specificato quando avverrà, un nuovo incontro del board direttivo
dell’azienda, nel corso del quale verrà presa in esame la nuova offerta e
verranno rilasciate delle linee indicative per gli azionisti stessi.
Per
altro, Oracle avrebbe dato tempo fino al prossimo 12 marzo,
spostando dunque la data di scadenza dell’offerta fissata al prossimo 13
febbraio.
E il 12 marzo è anche la data per la quale è atteso il parere
definitivo degli organi antitrust, sulla liceità o meno
dell’operazione stessa. Il 30 marzo, invece, è la data entro la quale dovrebbe
essere emesso il parere definitivo dell’antitrust europeo. Per altro, questo
rialzo, superiore a quanto fosse logico attendersi, sarebbe per gli analisti la
conferma che Oracle ha davvero bisogno di PeopleSoft per garantirsi la crescita
e gli obiettivi prefissati, e, soprattutto, per competere a tutto campo con Sap
e Microsoft.

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