In un’epoca di incertezza, come possono le aziende trarre beneficio da un ottimizzazione dei costi legati al Cloud? Un dilemma tutt’altro che secondario e trasversale a tutto il sistema economico. Approfondiamo la questione con Mallory Beaudreau, Customer Portfolio Director, Apptio
Con il crescente timore di una recessione, le aziende sono sempre più alla ricerca di nuove modalità per mantenere la propria competitività sul mercato e gestire le spese in maniera efficiente. In particolare, poichè il cloud computing generalmente pesa sui bilanci delle grandi organizzazioni milioni di euro, è una delle voci di spesa che più vengono prese in esame.
In questa situazione di incertezza economica, anche le priorità dei vertici aziendali si sono spostate da una volontà di crescita a un atteggiamento più conservativo, con la consapevolezza del valore per il business di ogni euro speso. Una recente analisi condotta tra i principali provider di cloud pubblico mostra come la spesa sia diminuita su base annua, ma questo non può avvenire semplicemente spegnendo le applicazioni business-critical che girano nel cloud, senza compromettere le prestazioni aziendali. E’ invece possibile farlo concentrandosi sull’efficienza del cloud, per ottenere gli stessi risultati con un costo inferiore.
Durante la pandemia, i vantaggi della flessibilità dei servizi cloud sono stati apprezzati da molte aziende. Gartner stima che entro il 2025 il 51% della spesa IT nei mercati del software applicativo, del software infrastrutturale, dei servizi per i processi aziendali e dell’infrastruttura di sistema si sposterà dalle soluzioni tradizionali al cloud pubblico. Ma a questa crescita nell’adozione non corrisponde una piena comprensione dei costi. L’80% degli IT manager concorda sul fatto che spostare un carico di lavoro in un nuovo ambiente cloud è costoso e richiede tempo. Ad esempio, l’utilizzo di più fornitori di servizi cloud (CSP) può complicare la gestione ostacolando una visione olistica degli investimenti effettuati per soddisfare le esigenze dell’azienda.
Come ridurre i costi del cloud pubblico
Rispetto ai data center tradizionali che comportano costi fissi, la spesa legata al cloud pubblico viene calcolata su base variabile a seconda dell’utilizzo. Questo dovrebbe comportare un vantaggio superiore poichè consente di ridurre i costi quando le istanze cloud non sono in uso, ma nella realtà molte aziende faticano a convincere l’IT a intervenire sulle risorse inutilizzate o sugli sprechi. Inoltre, i report a disposizione sono complessi e di difficile lettura rendendo vani i benefici economici potenziali grazie alla maggiore flessibilità del cloud.
Non stupisce la crescente adozione di nuovi modelli come il FinOps che stimola i team aziendali a collaborare nella gestione del cloud attraverso un framework comune. Tra i principi del FinOps, due fondamentali sostengono di concentrarsi sul valore aziendale del cloud, sfruttandone il modello di costo variabile, che consente di ottenere il miglior rapporto qualità/prezzo.
Apptio ha potuto verificare sui suoi clienti come gli utilizzatori di strumenti FinOps abbiano ridotto i costi del cloud del 25% in pochi giorni, così come la spesa per i fornitori e per i SaaS del 10%, modificando il consumo complessivo tra il 3 e il 5%. Inoltre, hanno capacità di analisi e di pianificazione, attraverso la simulazione di scenari differenti, fino al 75% più veloce, consentendo risposte rapide alle mutevoli condizioni di mercato. Un risparmio che viene raggiunto mantenendo la qualità dei servizi erogati e massimizzando il valore di ogni euro speso nel cloud.
Conclusioni
Poichè gli approcci multi-cloud rappresentano la migliore strada da seguire, è necessario che le aziende comprendano l’importanza di una maggiore trasparenza della spesa IT. In un contesto di evoluzione degli investimenti IT su più servizi, ma anche su più dipartimenti, è fondamentale che le aziende facciano un passo avanti nella gestione dei costi.