“Accelerazione, rapporti con le imprese e piano triennale sono i tre punti-chiave della strategia Agid per l’effettivo rinnovamento della Pa italiana”, ha dichiarato Antonio Samaritani, Dg di Agid, nel corso del convegno Digital First che si è svolto nell’ambito di Forum Pa.
A circa un anno dal suo insediamento, Samaritani porta al Forum i primi risultati. Alcuni progetti sono partiti, ma bisogna passare dall’artigianato all’industria, accelerando l’adozione di svariate piattaforme, tra le quali i pagamenti ma soprattutto lo Spid, che dopo la fase di prova sta subendo un’accelerazione alla quale sono interessati cittadini di molte fasce, dai professionisti ai singoli. “E’ come se con il Telepass si entrasse nelle Ztl, si pagasse il parcheggio e molti altri servizi”, ha esemplificato Gianmatteo Manghi di Cisco.
Tra le piattaforme in rampa di lancio c’è anche l’anagrafe, che però –vista la complessità- richiederà velocità diverse nell’integrazione al sistema unico.
Passando al nuovo ruolo disegnato per l’offerta, l’assenza del legislatore nel tempo ha amplificato il fenomeno della frammentazione. Due tasselli importanti sono la legge di stabilità di quest’anno e il Cad (Codice dell’Amministrazione digitale) – quest’ultimo adottato ancora molto parzialmente – che permette di riqualificare la spesa soprattutto per le amministrazioni locali.
Con il Piano Triennale, avallato dalla Presidenza del Consiglio, sarà finalmente disponibile uno strumento strategico per operare su tre livelli: infrastrutture fisiche (es. i data center), infrastrutture immateriali (appunto Spid, pagamenti etc) ed ecosistemi. Il documento verrà completato e reso ufficiale entro fine anno.
La nuova Pa digitale comincia a vedersi
Rispetto al passato, oggi è certamente visibile un’ossatura praticabile per una nuova Pa, con attaccato anche qualche organulo appena appena sintetizzato. L’organismo è ancora lontano da una vita reale, ma è ragionevole pensare ad un suo veloce completamento. C’è da chiedersi quanto sarà rappresentativo: gran parte dei servizi al pubblico viene oggi fornita dai privati senza contributo pubblico, grazie al rinnovamento dei processi del social business –una delle forme dell’economia collaborativa-, ma il ruolo-guida e lo sviluppo di ecosistemi di piattaforme sono necessari.
Una parola va spesa anche sul Forum stesso, che quest’anno ha ottenuto risultati migliori dell’anno scorso, in particolare per le presenze agli stand. L’impegno dell’organizzazione non è mai mancato, ma in periodi di forte trasformazione può essere difficile raccogliere i risultati: gli operatori hanno mostrato grande fiducia anche per i prossimi anni.
Più ampio della sola digitalizzazione, l’attuale processo di modernizzazione è spesso presentato come una forma di risparmio immediato. “Razionalizzare la spesa è una cosa, ridurla è un’altra”, ha detto Guido Scorza, avvocato presente al Forum Pa in veste di Presidente dell’Istituto per l’Innovazione. Il punto centrale di Scorza è però un altro: la democrazia prevede la tutela di tutti, che non si ottiene digitalizzando senza criterio. “Esistono situazioni diversamente digitali”, ha proseguito Scorza, “ma quel che serve è che le tutele democratiche siano interne al software di piattaforme ed ecosistemi”.
Contemporaneamente a Digital First, in sala Dino Graziano Delrio parlava di Connettere l’Italia in senso infrastrutturale, sia fisico sia immateriale. Particolare attenzione è stata dedicata alla drastica revisione dell’elenco delle grandi opere destinatarie di finanziamenti pubblici.