Si smentiscono le voci di acquisizione, ma non quelle di un possibile smembramento della società in due entità distinte, dedicate rispettivamente allo sviluppo software e hardware.
Che Palm non sia in vendita, nonostante i rumors che sempre più spesso e da più parti si sollevano, è cosa che i vertici della società si ostinano a sostenere a gran voce. Non è però escluso che in un futuro prossimo la società non decida di riorganizzare le proprie attività dividendosi in due: un’azienda destinata alla produzione degli apparati e una allo sviluppo del software.
Questa operazione consentirebbe alla società di concentrarsi con meno vincoli sullo sviluppo del proprio sistema operativo Palm Os, adottato per altro anche da suoi concorrenti quali Handspring, godendone appieno i benefici.
Per il trimestre in corso, anche a causa di un certo ritardo nel lancio dei nuovi prodotti, la società si aspetta una perdita operativa compresa tra il 170 e i 190 milioni di dollari e si è impegnata in una riduzione del 20% dei prori effettivi.
Indebolita la propria posizione sul mercato, molti la fanno appetibile per aziende quali Ibm o Apple, soprattutto nel caso in cui 3Com, suo principale azionista, dovesse decidere di metterla in vendita per risanare i propri conti.