Licenziamenti per il 12% della forza lavoro e un deciso commitment verso gli smart phone. Deciso, ma non totale
22 gennaio 2004 Sarebbe entrata nella seconda fase
l’integrazione di Handspring nella struttura di
PalmOne. E nella fase più dolorosa, che comporta un
taglio pari a circa il 12% nella forza lavoro.
Mossa
attesa, ma in ogni caso critica.
Nel contempo, però, la
società, nelle parole del proprio presidente e Ceo Todd
Bradley, ha tenuto a confermare, in una dichiarazione di intenti
formale e necessaria, il proprio impegno sul fronte degli smart phone, un
mercato in decisa ascesa, la cui conquista era la premessa alla base
dell’acquisizione di Handspring.
Se pure intenzionata a non perdere
terreno nell’area dei Pda, per la quale preannuncia arricchimenti di
gamma e tecnologia, PalmOne sembra con questo annuncio dare ragione agli
analisti, che considerano la sua presenza nell’area smart phone come
prerequisito per la sua stessa sopravvivenza.
Il nuovo focus implica comunque
una gradualità nel passaggio, anche per non incorrere, cosa che
gli analisti si sono affrettati a ricordare a Bradley, negli stessi errori
tattici, più che strategici, in cui incorse Handspring quando annunciando il
passaggio agli smartphone riuscì a perdere di colpo tutto l’appeal fino a quel
momento conquistato con i palmari della linea Visor.
Nessuno
dubita della lunga memoria di Bradley, e l’attenzione da questi posta
nell’annunciare gli aggiornamenti sugli handheld ne è conferma.
Del resto, il
mercato degli smartphone è ancora decisamente agli albori e, pur non avendo
bisogno di volumi simili a quelli di Nokia, PalmOne deve continuare ad operare
anche durante la transizione.