Sostenere e contribuire a far crescere la filiera dell’innovazione nel Paese sono gli obiettivi che hanno portato alla nascita dell’Associazione Parchi Scientifici e Tecnologici Italiani (Apsti).
Oggi sono 22 i soggetti che ne fanno parte, a disegnare una geografia dell’innovazione che comprende parchi scientifici e tecnologici, ma anche le agenzie di sviluppo territoriale, gli incubatori di imprese e di startup innovative e gli altri soggetti.
I parchi scientifici e le loro società di gestione sono uno strumento di crescita economica e territoriale. Oltre a essere un luogo di confronto e di proposta per i parchi scientifici e tecnologici, Apsti vuole anche essere un punto riferimento per il sistema Paese: un ecosistema che lavora per avviare percorsi di sviluppo, di accelerazione e per cercare di dare un posizionamento sul mercato a imprese, Pmi innovative e start up.
C’è poi il rapporto con le Università e il mondo della ricerca. Anche in questo caso la sfida è quella contribuire all’accelerazione dei processi di trasferimento tecnologico sul mercato, ottimizzando tempi e risorse, favorendo la crescita e l’attrattività anche per imprese straniere.
I Parchi sono infatti inseriti all’interno della catena del valore, a metà strada tra ricerca scientifica ed esigenze del mercato, presidiando una fase delicata nel passaggio che porta alla trasformazione dal risultato della ricerca al prodotto finale o al processo industriale.
Il contributo di Apsti alle imprese
I protagonisti sono ovviamente i soci di Apsti, in quanto soggetti specializzati nella gestione dell’innovazione. Ma ospitare imprese non basta, occorre creare le premesse affinché queste possano, in modo innovativo, crescere e contribuire alla crescita economica e al benessere dei territori.
I Parchi scientifici operano come abilitatori di attività di trasferimento tecnologico, aiutano le imprese a nascere ma soprattutto a crescere non solo offrendo spazi adeguati per laboratori, uffici, impianti pilota ma anche mettendo a disposizione piattaforme di servizio innovative, di elevata qualità ed in grado sia di aiutare i soggetti imprenditoriali nelle problematiche legate alla operatività quotidiana sia nell’aiutarle ad affrontare le problematiche di gestione dell’innovazione, internazionalizzazione e crescita.
Nel cuore di questi ecosistemi complessi agiscono anche altri soggetti che possono contribuire agli stessi obiettivi: incubatori, acceleratori, cluster, centri di competenza tecnologica, laboratori di ricerca, università.
Il parco come system integrator
In questo sistema complesso spesso i Parchi scientifici, a volte con specifici approcci settoriali, operano come integratori di sistema ed elementi di connessione, presidiando alcune componenti del processo di sviluppo di un’innovazione e creando relazioni sinergiche. In questo senso i Parchi scientifici tecnologici possono e devono completare e lavorare in sinergia con gli altri soggetti. Da questo punto di vista dobbiamo passare da una visione concorrenziale a una visione di sistema.
La geografia dei parchi scientifici tecnologici italiani
Il territorio italiano è quasi interamente coperto da Parchi scientifici tecnologici. Antenne dell’innovazione che APSTI cerca di mettere a sistema.
Iniziando un ipotetico viaggio dal Nord Est, troviamo, a Udine, Friuli Innovazione e Area Science Park, a Trieste.
In Trentino c’è Trentino Sviluppo, a Bolzano NOI Techpark mentre in Lombardia troviamo il Polo Tecnologico di Pavia, Kilometro Rosso e Bergamo Sviluppo a Bergamo, Como Next sul Lario.
In Veneto, a Padova, c’è il Galileo Visionary District, mentre in Piemonte troviamo il Bioindustry Park Silvano Fumero, nella zona di Ivrea e l’Environment Park, che è il Parco Scientifico Tecnologico di Torino e la Fondazione Novara Sviluppo.
A Genova è presente Great Campus, mentre Aster è la società consortile dell’Emilia-Romagna per l’innovazione e il trasferimento tecnologico al servizio delle imprese.
In Toscana, a Siena è operativa la Fondazione Toscana Life Sciences e, in Umbria, a Todi, la società 3APTA.
A Roma troviamo il Parco Scientifico Romano, mentre in Campania ci sono Sviluppo Campania e il Consorzio Area Tech Coroglio. Catania è la sede del Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia, mentre in Sardegna troviamo Sardegna Ricerche e in Puglia, a Bari, Tecnopolis, Parco Scientifico e Tecnologico.