Secondo l’indagine campionaria Istat, le prospettive sono negative anche per la stagione primaverile
Presenze in calo e più mordi e fuggi: la Pasqua 2008 è stata negativa per gli albergatori italiani e anche le prospettive per il futuro non appaiono rosee. Lo segnala l’ultima rilevazione campionaria sull’attività alberghiera condotta dall’Istat: nel periodo compreso tra il 21 al 30 marzo, gli alberghi italiani hanno registrato, rispetto al periodo pasquale 2007 (dal 6 aprile al 15 aprile), una diminuzione del 3,5% degli arrivi e del 4,2% delle giornate di presenza. I dati sono influenzati dal diverso calendario: la Pasqua di quest’anno, infatti, è caduta in un periodo meno favorevole per alcune tipologie di turismo stagionale.
Un calo diffuso su tutto il territorio
Rispetto al 2007, l’Istat ha registrato variazioni negative sia per la componente italiana della clientela (meno 0,7 % negli arrivi e meno 1,3% nelle presenze) che per quella straniera (meno 7,1% negli arrivi e nelle presenze). In particolare, nel Nord-ovest, si è verificato un calo del 2,8% degli arrivi, determinato da un aumento del 3,5% per gli italiani e da una diminuzione del 9,9% per gli stranieri. Nel Nord-est si è registrato una variazione positiva negli arrivi degli italiani (+1%) e una negativa negli arrivi degli stranieri (-1,9%), per un decremento complessivo dello 0,2%. Nel Centro Italia la riduzione registrata per gli arrivi totali (- 3,9%) è la sintesi di un calo sia degli italiani (-4,9%) che degli stranieri (-3%). L’Italia meridionale e insulare, infine, ha registrato una variazione negativa degli arrivi complessivi del 9,8%, derivante da diminuzione del 3,35% dei clienti italiani e del 22,4% della componente estera.
Premiate le località di tipo stagionale
Il 58% della clientela ha preferito le località turistiche di tipo prevalentemente stagionale (località montane, marine, lacuali, termali, collinari); tale quota è aumentata di un punto e mezzo percentuale rispetto all’analogo periodo dello scorso anno. Il restante 42% delle presenze è stato registrato nelle città d’arte e nei capoluoghi. La distribuzione territoriale è risultata molto differenziata: la quota delle presenze registrate nelle località turistiche di tipo stagionale è stata massima nell’Italia nord orientale (77%) e minima nelle regioni del centro (36,1%).
Pessimismo per la stagione primaverile
L’indagine rivela un diffuso pessimismo degli albergatori riguardo all’andamento della stagione primaverile (aprile-giugno) in corso: la differenza tra la quota di coloro che prevedono un aumento del volume di affari e quella di chi prevede una diminuzione è del – 33,8, un dato nettamente peggiorato rispetto al – 12,8 rilevato nel 2007. A livello territoriale, il saldo assume valori negativi in tutte le ripartizioni geografiche con valori compresi tra -4 nell’Italia centrale e -25,9 in quella Nord orientale. Le prospettive negative rischiano di danneggiare l’occupazione legata al turismo: la quota di albergatori che esprimono l’intenzione di diminuire il numero degli occupati nel periodo aprile-giugno è pari, per il complesso del Paese, al 25% (14,1% nella corrispondente rilevazione dello scorso anno). La quota di chi esprime un’intenzione positiva riguardo alla forza lavoro è limitata al 4,1% (6,3% lo scorso anno).