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Pavel Durov sotto inchiesta formale in Francia per un’indagine su Telegram

Reuters oggi riporta che le autorità francesi hanno messo sotto accusa Pavel Durov, fondatore e CEO di Telegram, nell’ambito di un’indagine sulla criminalità organizzata nell’app.

Secondo il report di Reuters, un giudice francese ha messo Pavel Durov sotto inchiesta formale nell’ambito di un’indagine sulla criminalità organizzata sulla nota app di messaggistica Telegram, ma ha concesso all’imprenditore la libertà su cauzione a condizione che paghi 5 milioni di euro, che si presenti due volte alla settimana alla polizia e che non lasci il territorio francese.

Il procuratore di Parigi Laure Beccuau ha dichiarato in un comunicato che il giudice ha ritenuto che ci fossero i presupposti per indagare formalmente Durov su tutte le accuse per le quali è stato inizialmente arrestato quattro giorni fa.

Pavel Durov era stato arrestato a Parigi il 24 agosto con accuse molto pesanti da parte delle autorità francesi, che includono presunte responsabilità, nella gestione della popolare piattaforma online, come complicità in terrorismo, traffico di narcotici, frode e riciclaggio di denaro.

Naturalmente, si tratta al momento di accuse che devono ancora tutte essere provate nelle opportune sedi. Ma che già fanno molto discutere perché riguardano in qualche modo l’ambito ancora più vasto, e di importanza cruciale nel mondo odierno, del controllo che le autorità governative, della giustizia e delle forze dell’ordine, possono o non possono esercitare sulle piattaforme digitali online.

A maggior ragione per una figura come Pavel Durov, fondatore, proprietario e CEO di Telegram, il cui profilo sul sito ufficiale della piattaforma di messaggistica recita: “Ha lasciato la Russia nel 2014, dopo aver perso il controllo della sua precedente società per essersi rifiutato di consegnare i dati dei manifestanti ucraini alle agenzie di sicurezza. Pavel Durov vive a Dubai e possiede la doppia cittadinanza degli Emirati Arabi Uniti e della Francia.

La storia di Durov e la natura stessa di Telegram, piattaforma protetta da crittografia e incentrata sulla protezione della privacy dei suoi utenti, porta inevitabilmente a potenziali conflitti con le autorità dei Paesi in cui l’app è distribuita, data l’importanza della comunicazione istantanea nei processi politici, sociali e culturali della società moderna. Altrettanto inevitabilmente, il procedimento contro Pavel Durov farà molto discutere.

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