Pda, rivedere l’offerta per risollevare il mercato

Partnership, acquisizioni, innovazioni tecnologiche e ribassi dei prezzi non hanno ancora dato i risultati sperati. I costruttori tentano perciò di focalizzarsi meglio sui prodotti, puntando principalmente sul segmento midrange

È sicuramente un settore in grande fermento quello dei
palmari e dei Personal digital assistant in genere. Gli annunci si susseguono
senza soluzione di continuità, sia che si tratti di novità tecnologiche sia di
accordi. Il fine ultimo è sempre lo stesso: riuscire a vendere. E questo sia per
risollevare le sorti del settore, attualmente in grande crisi, sia
per vuotare i magazzini pieni di dispositivi in attesa di un acquirente.


Fino a circa sei mesi fa quello dei Pda era infatti un mercato florido e in
forte crescita. Questo trend ha portato i costruttori a raddoppiare
trimestralmente la produzione di palmari. Ma poi, come d’incanto, le cose sono
cambiate e anche questo segmento dell’It si è adeguato all’andamento generale
del mercato arrivando nell’ultimo trimestre a una flessione di oltre il 20%.
Logica conseguenza è una sovrapproduzione dovuta a previsioni di vendita molto
al di sopra della richiesta, anche se pur sempre dettate da una precisa analisi
dell’andamento delle vendite precedenti.


Il problema da affrontare ora è come correre ai ripari per salvare, come si
dice, capra e cavoli, ossia come muoversi per attirare nuovi clienti da una
parte e “piazzare” l’invenduto dall’altra. Nel primo caso la strada più seguita
sembra essere quella delle acquisizioni e delle partnership: sia in un verso che
nell’altro l’obiettivo è sempre quello di reperire strumenti e competenze per
dar vita a prodotti con funzioni più sofisticate e prestazioni più avanzate.


Esempi in questo senso arrivano da Palm che ha acquisito per 11 milioni di
dollari la tecnologia alla base del sistema operativo Be per rafforzare e quindi
rendere più competitivo il proprio Palm Os in aree strategiche come Internet, il
multimedia e la comunicazione. D’altra parte la disponibilità di un Palm Os più
efficiente è auspicata da tutti i licenziatari del sistema operativo, primo fra
tutti Handspring, concorrente importante per la stessa Palm che è riuscito ad
assestarsi alla seconda posizione nelle vendite in Usa e alla terza a livello
mondiale.


Nel contempo, l’azienda di Carl Yankowski ha anche convinto Intel, Motorola e
Texas Instruments a entrare nel proprio programma Palm Os Ready: in questo caso
il fine ultimo è quello di cercare di velocizzare e rendere il più possibile
indolore l’auspicato passaggio all’utilizzo di processori Arm, più potenti dei
Motorola usati sinora.


Meno dinamismo sembra esserci sul fronte Pocket Pc. Ma in questo caso gli
avvenimenti sono strettamente legati alle vicissitudini inerenti il sistema
operativo di Microsoft. Anche in questo caso, comunque, da tutti i player è
attesa con trepidazione una nuova versione del Pocket Pc Os in grado di far
diventare questi dispositivi, di fatto, gli handheld per il mondo corporate.


Da Redmond giungono notizie di un nuovo prodotto chiamato in codice Merlin:
avrebbe una struttura e un’interfaccia in stile Windows Xp e quindi potrebbe
davvero essere il terminale ideale per l’utente aziendale. Non va comunque
dimenticato che Microsoft sta lavorando anche su Stinger il sistema destinato a
cercare di riunire in un unico prodotto un Pda e un telefono cellulare.


Tuttavia, il grande successo che sta riscotendo l’iPaq di Compaq in termini
di share di mercato ha di recente indotto aziende come Sony e Toshiba a gettarsi
nell’arena del Pocket Pc, segmento che potenzialmente mostra grandi numeri, ma
che, manco a dirlo, sta attraversando il suo momento nero.


In tema di smaltimento scorte, il più attivo nella ricerca di una soluzione
sembra essere proprio Handspring, che persegue una strategia volta alla
periodica riduzione dei prezzi: l’ultimo ritocco si è avuto all’inizio della
settimana e ha visto un ulteriore ribasso del costo dell’handheld Visor del 25%,
ossia di 100 dollari. Ora il Visor costa 299 dollari.


Questa continuativa revisione del prezzo operata da Handspring, che sta
avendo un certo successo in termini di quote di mercato, ha obbligato Palm a
seguire una strada simile anche se con ritocchi meno frequenti. L’ultimo si è
avuto lo scorso maggio e ha visto scendere a 199 dollari il prezzo del suo
modello entry level.


Anche sul versante Pocket Pc le riduzioni di prezzo non hanno avuto una
grande frequenza ma lo stesso hanno fatto sentire il loro peso. Attualmente il
modello monocromatico dell’iPaq costa 150 dollari, ossia meno della metà del
prezzo originario.


In un panorama difficile come l’attuale tutte le mosse sono consentite per
trovare una via d’uscita. L’ultima in ordine di tempo è quella di focalizzare
gli sforzi sul segmento midrange dove, come sostengono alcuni analisti,
l’offerta è un po’ confusa a causa dell’elevato numero di prodotti disponibili.
Le aziende sostengono di non aver sovraffollato il settore, ma nel contempo
stanno concentrandosi su un numero più limitato di prodotti con caratteristiche
ben differenziate. L’accesso wireless sembra essere il fattore chiave per il
successo.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome