Ce lo ha detto Franck Cohen, president Emea di Sap. Che vede il cloud ibrido e non pone limiti all’elaborazione in-memory.
Sap è affascinata dalle potenzialità dell’It consumerization aziendale, spinta dall’utilizzo di dispositivi mobili intelligenti, tanto da farsi portatrice di un concetto alto, come quello dell’It democracy, che altro non è che dare la possibilità a un utente che corre verso la tecnologia di consumo più velocemente di quanto faccia il business di esprimere la propria identità.
In altri termini, usare in azienda quello che usa altrove.
Ma non per sfizio: per essere più produttivo.
Nasce però il dubbio che fare dell’azienda una grande casa, o viceversa, comporta uno sforzo nuovo e più consistente per chi è deputato a gestire l’It.
Abbiamo chiesto chiarimenti a Franck Cohen, president Emea di Sap.
Con l’It consumerization le cose non sono più difficili per l’It manager?
Certo, la complessità aumenta. Ma è anche logico. Si aggiungono dispositivi, interfacce, collegamenti, metodologie di lavoro. Ma questo non significa che l’ostacolo non sia superabile, anzi. Tocca al nuovo stack tecnologico, come il nostro, dare consistenza alla struttura. La facilità si ottiene con un lavoro, tutto It, che punta alla gestione della complessità.
Quindi il lavoro del dipartimento It diventa più complicato?
Si, ma ci deve essere consapevolezza, non timore. L’orchestrazione del nuovo layer operativo è compito delle tecnologie. E noi diamo queste garanzie, di gestione, sicurezza, integrità dei dati. Va ottimizzato il panorama sistemico, riducendo il numero di istanze e così facendo si liberano risorse per l’innovazione. Un esempio: Alcatel lo ha fatto, è passata da 56 istanze a una.
Il futuro Sap lo vede nel cloud o sempre on premise?
In entrambi gli scenari. I processi standardizzati, come le paghe, la gestione degli sposamenti, e tutti quelli che non danno differenze sostanziali al business andranno sul cloud. Gli altri rimarranno residenti. Le aziende avranno un mix di applicazioni su cloud, on premise e su mobile.
Con Hana cavalcate il momento dell’in-memory computing. Verso dove vi dirigete?
Non ci sono limiti. L’in-memory è per tutte le applicazioni che costituiscono il valore d’azienda. Il problema, semmai, è individuare, definire il valore, e comportarsi di conseguenza. Si presuppone che un lavoro di elaborazione in tempo reale possa dedicarsi laddove ci sono motori di dati pesanti. Per fare forecasting, budgeting, simulazione. Scordiamoci l’order entry.
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