Sostituire i server è più conveniente che mai, parola di Intel. E l’esperienza del personal computer è ormai percolata in nuove famiglie di dispositivi. Anche medici.
Si è aperta l’edizione 2010 di Idf Pechino, l’evento che raccoglie gli sviluppatori orientali operanti sulla piattaforma derivata dalla famiglia x86. L’evento è di particolare importanza in un momento nel quale i rapporti tecnologici tra Stati Uniti e Cina mostrano alcuni punti di sofferenza.
Questa situazione però non si espande alla tecnologia dei chip, nella quale il Paese al centro del mondo -il vero nome della Cina, Zhnog Guo- tanto al centro non è per cui deve affidarsi a produttori stranieri e alla loro visione del mondo in arrivo.
Sul modo di raggiungere il futuro Intel ha le idee chiare: spazio al cloud, ai non-PC e al WiMax grazie alla robusta innovazione delle tecnologie Intel. E’ questo il succo dell’apertura di David Perlmutter dei due giorni dedicati a come “Realizing the potential of connected computing“.
Perlmutter è Executive Vice President e Co-General Manager dell’Intel Architecture Group (IAG), una posizione acquistata lavorando per il Mobility Group. Intel punta tutto sulle varie versioni della sua architettura IA e questa edizione dell’evento per i suoi sviluppatori è incentrata essenzialmente sul cloud computing e sui media center domestici. Si tratta di una proposta globale nella quale Intel non ha rivali, grazie ad architettura, processo, adattabilità ai nuovi formati, a prestazioni spinte anche in segmenti specifici e a capacità produttiva delle sue fabbriche.
I server al punto di svolta
Nel cloud Perlmutter ha riassunto il successo dell’architettura Nehalem, il cui chip Xeon 7500 presenta vantaggi notevoli: aumentando il numero di core, la velocità dei bus e l numero di socket -ne sono previsti fino a 256- si ottiene un enorme aumento di prestazioni necessari al cloud, un argomento essenziale alla crescita della Cina, alla quale in gran parte è rivolto l’evento. Ed Intel così riassume la sua visione della nuvola: efficiente, semplice, sicura e multivendor.
L’accento sui server è decisamente alto. Nel rapporto tra prestazioni e rientro dall’investimento “non era mai successo”, ha detto Perlmutter, “ciò che stiamo vedendo adesso: il costo di sostituzione di un server vecchio di 5 anni viene recuperato in soli 5 mesi, e passando alle alte prestazioni dello Xeon 7500 si rientra in 12 mesi”.
Sandy Bridge, Avx a 32 nano
Grande importanza viene affidata all’architettura Core, che già nel 2010 vedrà grandi avanzamenti nella tecnologia e nel set d’istruzioni. L’architettura Sandy Bridge è una 32 nm (contro i 45 attuali) che supporta l’Advanced Vector Extension che estende le capacità elaborative nel 3D e in molti altri punti nevralgici del computing su tavolo e in tasca. Avanzamenti ulteriori riguarderanno la grafica gestita dalla Gpu, che sfrutterà meglio le caratteristiche della cache. Resta il suppporto delle istruzioni crittografiche AES-NI.
Perlmutter ha mostrato alcune caratteristiche dei dispositivi Atom di prossima generazione, secondo il dettato dell’architettura Moorestown. Secondo Intel questi chip sono ideali per una varietà di dispositivi -da piccoli, comodi portatili per la scuola ai nuovi media center per la Smart Tv- fino agli smartphone o a dispositivi di dimensioni ancora più ridotte. L’argomento verrà ripreso nel keynote di Renee James, Senior Vice President e General Manager del Software and Services Group di Intel, ed approfondito nelle sessioni tecniche.
Migliora l’imaging sanitario
Ma parlando di dispositivi non-PC sono state particolarmente interessanti le dimostrazioni al volo delle capacità in ambito sanitario. Dei dispositivi specializzati permettono di fare imaging in tempo reale, una funzione che potrebbe cambiare molte cose; un altro cambiamento di prospettiva potrebbe essere la diffusione dei pad wireless, una nicchia nella quale Intel è presente da tempo e che nella presentazione di apertura è stata appena sfiorata in uno dei video mostrati.
E parlando di wireless, alcuni minuti sono stati dedicati anche alla diffusione del WiMax, la rete di comunicazioni di quarta generazione nella quale Intel ha investito molte risorse e che lentamente sta trovando i suoi spazi in molte parti del mondo.