La carenza di personale preparato è destinata a peggiorare. È tempo, per aziende e Pa, di pensare a colmare le lacune di un’istruzione troppo teorica. Al via il progetto Mous, per imparare a usare Office
Sarà per questioni di marketing, sarà per evangelizzare il pubblico, certo è che Microsoft già da tempo ha dimostrato particolare attenzione alla formazione, senza aspettare l’allarme skill shortage di cui solo adesso alcuni politici sembrano cominciare a venire a conoscenza. Oggi sembra ormai essere universalmente riconosciuta l’importanza di avere in mano una qualificazione per l’uso di certi prodotti. Una qualificazione la cui utilità si sta estendendo sempre più anche verso l’utenza finale, nel tentativo di sopperire, in qualche modo, alla cronica carenza di formazione “pratica” delle scuole italiane.
“La formazione del personale è diventata ormai un fenomeno di importanza sociale – ci conferma Maurizio Bedina, direttore della divisione Pmi di Microsoft -, per la quale occorrerebbero interventi urgenti, dal momento che rappresenta uno tra i principali impedimenti allo sviluppo della tecnologia, un settore il cui sviluppo darebbe un bell’aiuto ai problemi occupazionali che affliggono il nostro Paese. Il sistema italiano si deve adeguare, cosa che, purtroppo, già da molto tempo non si riesce a fare, per una ormai patologica mancanza di personale skillato e non. Non si sono ancora viste mosse concrete da parte del Governo. Mentre ci sarebbe bisogno di una proposta strutturata, che preveda la certificazione di formatori per tecnici da immettere sul mercato. Noi di Microsoft abbiamo sempre puntato molto sulla formazione, e spingiamo affinché i nostri partner siano certificati”.
Al momento Microsoft dispone di una sessantina di partner Ctec (Certified Technical Education Center) abilitati alla formazione, alcuni dei quali sono impegnati in un progetto di coordinamento assieme alle strutture della Pa, per poter fornire, ad esempio, corsi a prezzi più bassi per renderli accessibili a un maggior numero di persone. Al momento le collaborazioni in atto sono con il ministero del Lavoro e dell’Industria.
L’esigenza del coinvolgimento dello Stato in una adeguata formazione degli studenti è un argomento che sta a cuore a Bedina: “Ormai nel mondo del lavoro si è passati dall’importanza delle attestazioni, a quella delle certificazioni. Per questo abbiamo offerto la possibilità di integrare il programma di certificazione Mcp (Microsoft Certified Professional) in alcune università, all’interno dei loro corsi. Ma iniziative simili stanno prendendo il via anche in scuole superiori, la prima a Torino”.
Microsoft, però, non ha intenzione di tralasciare neppure la massa. Per coloro che non intendono diventare dei tecnici, ma vogliono solo imparare a utilizzare le funzioni di Office, il vendor ha predisposto un nuovo programma che dia anche a loro un attestato di capacità di utilizzo delle funzioni Office, richieste ormai a qualsiasi neoassunto in ogni settore.
“Mous (Microsoft Office User Specialist) è il nuovo programma che rivolgiamo ai lavoratori dipendenti – ci spiega Bedina – e serve a certificare le persone che sanno utilizzare correttamente le funzioni di Office. Quante volte, nei curricula, tra le capacità personali, vediamo indicato l’uso di Office, ma difficilmente si riesce ad avere un’idea sul grado di utilizzo. In una dicitura del genere ci sta un po’ di tutto: da chi sa usare le funzioni base a quello che lo usa correttamente. Con questa certificazione il datore di lavoro è in grado di sapere se un neoassunto può essere immediatamente operativo oppure no.
A tal fine stiamo definendo degli accordi con società per la fornitura della certificazione Mous. Al momento questa qualifica viene seguita da Nivo International, che si occupa di eseguire i test in remoto. Si tratta di una certificazione non teorica, ma funzionale, che prevede prove pratiche a tempo, dal costo attorno alle 120.000 lire. Un particolare interesse per questa nuova iniziativa sta arrivando anche dalla Pa”. Un discorso a parte sono invece le certificazioni che Microsoft stessa richiede ai propri partner, per le quali vengono coinvolte diverse realtà, dai distributori alle società di formazione indipendenti, tra cui Global Knowledge Networks, Elea e Tesi Automazione.
“Nella formazione che indirizziamo al nostro canale vengono coinvolti soprattutto grossi Var. Ma anche i Solution Provider, per una formazione permanente sui prodotti e sulle iniziative marketing. E poi ci sono i Vap, attraverso l’iniziativa, ormai giunta al terzo anno consecutivo, dei Direct Access. Per quest’ultima, da quest’anno è prevista la partecipazione dei tecnici, ai quali i partecipanti possono rivolgersi per ottenere risposte alle loro problematiche. Per questi appuntamenti abbiamo investito 4 miliardi, che sono stati dedicati all’evangelizzazione della provincia. Agli incontri di quest’anno parteciperanno in maniera attiva anche Hp e Opengate”.