Ridimensionate le previsioni sulla raccolta, sia a causa delle prospettive di mercato, sia a causa di un report poco lusinghiero sullo spin off.
19 luglio 2004 Forse non è proprio una doccia fredda, di sicuro
siamo di fronte a un bel ridimensionamento.
Quando lo scorso anno
Motorola decise lo spin off della propria divisione
semiconduttori, con l’obiettivo di un collocamento del 20% del
capitale da realizzarsi da lì a qualche mese, le prospettive erano sicuramente
diverse, tanto che la società dichiarava di prevedere una raccolta di
2,2 miliardi di dollari, derivante dalla vendita di 121,6 milioni di
azioni.
A quanto pare, però, le condizioni di mercato sono cambiate e anche
in misura consistente, dal momento che per Freescale
Semiconductor non si parla più di un range compreso tra i 17,5 e i 19,5
dollari ad azione, bensì di un più modesto 13-14 dollari.
Ed evidentemente la
raccolta finale si adegua, fermandosi tra 1,6 e 1,7 miliardi di dollari.
Mai
momento fu meno opportuno, si potrebbe dire, dal momento che il prezzo del
collocamento è stato fissato proprio pochi giorni dopo il warning rilasciato da
Merril Lynch sulle prospettive del mercato dei semiconduttori.
Ma a quanto
pare la banca d’affari non è il solo problema per Freescale. Le brutte notizie
arrivano anche da un report stilato da Sanford C. Bernstein,
secondo il quale la società non sarebbe in linea con le crescite di fatturato e
profitti attesi, cosa che potrebbe portare Freescale a una ulteriore offerta al
mercato.
Il giudizio è piuttosto severo, dal momento che il senso
dell’operazione viene visto più nella necessità di Motorola di sbarazzarsi di un
business poco proficuo più che in una opportunità di mercato.
Motorola non ha
al momento rilasciato alcun commento nè sul prezzo del collocamento nè sul
report pubblicato.