Il colosso tedesco non sembra intenzionato ad accollarsi il peso della ristrutturazione del produttore di chip giapponese che, molto probabilmente, cedrebbe a Infineon la propria divisione dedicata ai semiconduttori
C’è fermento tra i produttori mondiali di chip.
Visto il periodo di vacche magre che sta tutt’ora interessando la produzione
di memorie per pc, l’eventuale partnership tra Infineon e Toshiba poteva avere
un suo perché.
Ma la sua realizzazione deve passare attraverso il
beneplacito di Siemens – che controlla ancora Infineon al 56% – che sembra
poco disposta a perché ciò possa avvenire.
Questo per due ordini di
motivi: il primo riguarda i negativi risultati finanziari registrati dal suo
spin off, il secondo le modalità con cui l’eventuale accordo dovrebbe
realizzarsi.
Ed è proprio qui il nervo scoperto della questione. Il
colosso tedesco non comprende appieno il perché dovrebbe accollarsi il peso
della ristrutturazione di Toshiba.
L’accordo tra Infineon e il vendor
giapponese, che presupporrebbe una stretta collaborazione tra le due società per
quanto concerne la produzione di D-Ram, si tradurrebbe in realtà nella
vendita della divisione Toshiba dedicata i semiconduttori a
Infineon.
Peccato che quest’ultima sia attualmente impegnata in uno
strenuo piano di ristrutturazione per ridurre i propri costi d’esercizio.
E forse è proprio per questo che Siemens non è d’accordo.
Il tutto
nonostante il parere degli analisti di mercato che sembrano vedere di buon
occhio l’operazione.