Blockchain è il fenomeno del momento. Se ne parla partendo dall’assunto che nasce come dorsale tecnologica dei bitcoin. Ma ora si sta conquistando una reputazione autonoma, dato che molti cominciano a considerare la possibilità di trasformare alcune operazioni commerciali per costruire una sorta di fiducia istituzionalizzata.
Deloitte in un rapporto ha sottolineato come la blockchain abbia il potenziale per dare una forma diversa alle aziende, ai governi e alle economie. Proprio come Internet ha reinventato la comunicazione, Deloitte ritiene che la blockchain potrebbe avere un impatto simile sulle transazioni, sui contratti e sulla fiducia. Ne parliamo con Gianluca Salvaneschi, Head of Sales di Orange Business Services.
Che cos’è la blockchain
Salvaneschi la definisce come un registro digitale trasparente di transazioni, accordi e contratti, o di qualsiasi altro dato che debba essere verificato e registrato in modo indipendente. Tale registro, invece di essere collocato in un unico luogo, si estende su una rete informatica globale, dove può essere aggiornato da chiunque. Una volta aggiornato, non può essere modificato o manomesso in alcun modo.
I documenti digitali sono legati fra loro in blocchi e connessi in ordine cronologico con crittografia tramite complessi algoritmi matematici in una catena. Dato un blocco, tutte le informazioni nei blocchi precedenti possono essere seguite all’indietro fino al cosiddetto blocco genesi, il primo della catena.
Non esiste un singolo punto di errore. Dato che ci sono più copie della blockchain su una rete distribuita, si tratta di una soluzione solida contro i problemi di connettività o i crash hardware, per esempio.
La catena anche sicura. Una volta che i dati passano attraverso il processo di criptazione, noto come hashing, non c’è modo di risalire ai dati originali. I suoi sostenitori sostengono che questo consolida la fiducia nell’integrità dei dati e riduce il rischio di frode. Inoltre, tutte le transazioni portano una firma digitale per l’autenticazione.
Può cambiare il business gestendo il valore
Per Salvanieschi si tratta di una tecnologia destinata a cambiare il modo in cui le transazioni vengono dettagliate, condivise, gestite e condotte. Le capacità limitate dei sistemi tradizionali hanno messo il freno all’innovazione in questo settore: la blockchain cambierà il perimetro dei servizi che potranno essere automatizzati in futuro.
Come dice Deloitte, diventerà una piattaforma per gestire valore in tutte le sue forme, e per consumatori, organizzazioni e autorità di regolamentazione sarà un modo per connettersi e interagire in sicurezza attraverso casi d’uso diversi.
La casistica si sta allargando, e già oggi include pagamenti, compliance e processi di post trading. La blockchain aiuterà anche a collegare l’Internet of Things (IoT), permettendo letteralmente ai dispositivi di “possedere in modo indipendente, negoziare, acquistare e anche vendere prodotti”.
Ma la blockchain comporta altre sfide. Secondo la Principal Analyst di Forrester, Martha Bennett, sarebbe più corretto descrivere la blockchain come un database invece che un registro. Detto questo, è ancora agli inizi e serviranno dai cinque ai dieci prima dell’adozione di massa. Ha anche sottolineato che sarà necessario trovare un accordo su standard e processi comuni prima che la blockchain possa decollare.
Perché piace alla finanza
L’ambiente finanziario è stato rapido ad accogliere la blockchain. La vedono come fattore dirompente, dato che potrebbe ridurre il ruolo delle banche e di altri intermediari, cambiando il modo in cui le transazioni sono compensate ed eseguite.
Alcuni gruppi finanziari stanno già lavorando sugli standard. R3 Consortium, costituito da più di 50 istituzioni finanziarie, sta lavorando con Microsoft per lavorare sulla tecnologia del registro distribuito.
L’HyperLedger Project, promosso dalla Linux Foundation e sostenuto da IBM, Cisco, Intel, Fujitsu, Hitachi, NTT Data, NEC, Wells Fargo, J.P. Morgan e Deutsche Börse Group, è già al lavoro per far progredire la tecnologia digitale della blockchain per la registrazione e la verifica delle transazioni.
Alcuni hanno già fatto il salto e stanno sperimentando con la blockchain. La Royal Bank of Canada, per esempio, sta lavorando su un proof of concept per rimesse basate su blockchain in collaborazione con la startup Ripple. Sta anche considerando la possibilità di una piattaforma di fidelizzazione in cui la banca può interagire con i clienti in tempo reale attraverso blockchain per aiutarli a capire meglio i punti e i premi che accumulano utilizzando i prodotti e servizi di RBC.
La blockchain è una tecnologia nuova e per capire se manterrà tutte le sue promesse ci vorrà tempo. Ma di certo le istituzioni basate sulla fiducia dovranno trasformare se stesse se sperano di continuare a partecipare, in modo sostanziale ed efficiente al nuovo mondo.