Controllare la qualità dell’acqua per monitorare la salute degli animali e ottimizzare la gestione degli allevamenti ittici: è lo scopo per cui è nato il pesce robot progettato attraverso una collaborazione fra ricercatori della Universidad Politecnica de Madrid e dell’Università di Firenze.
Usando diversi esemplari di questo automa, realizzato a forma di pesce per ridurre al minimo il disturbo all’ambiente, è infatti possibile evidenziare in tempo reale anomalie ambientali.
I ricercatori spiegano che gli allevamenti ittici sono diventati il settore con la crescita più veloce nel mercato e forniscono ormai circa la metà del consumo globale di pesci, crostacei e molluschi. Di conseguenza, mantenere a un livello ottimale la qualità dell’ambiente negli allevamenti stessi è fondamentale.
Il pesce robot serve proprio a questo scopo. Più tecnicamente è un veicolo sottomarino autonomo dotato di biosensori.
È lungo circa trenta centimetri, coda esclusa, e una serie di attuatori a memoria di forma serve a muovere la sua ossatura in policarbonato.
È anche dotato di alcune “costole” per supportare una pelle in lattice. La particolare forma del pesce robot è legata alla volontà di renderlo biomimetico, ossia di imitare l’aspetto e il comportamento dei pesci che si trovano nell’allevamento monitorato.
Partendo dal presupposto che l’acidità dell’acqua influenza la sua qualità e la buona salute degli organismi che vi si trovano, il pesce robot è stato dotato solo di un sensore elettrochimico per il rilevamento del pH.
Il valore rilevato viene mostrato in tempo reale grazie a un particolare stratagemma: il sensore è collegato agli attuatori del pesce e li fa muovere secondo schemi diversi in base all’acidità dell’ambiente. Basta quindi guardare lo “stile” di nuoto del robot per capire la qualità dell’acqua.