Il Ceo dell’azienda olandese ha annunciato un importante piano strategico volto a risparmiare 300 milioni di euro all’anno. Alla base di tale piano ci sono il taglio di spese non assolutamente necessarie e la centralizzazione delle attività interne, come la gestione delle risorse umane e dell’It
L’obiettivo di Philips è di risparmiare almeno 300 milioni di euro all’anno,
ossia un quarto dei costi globali. E per raggiungere tale obiettivo ha deciso di
dare il via a un nuovo piano riorganizzativo che prevede un netto taglio dei
costi e la centralizzazione delle attività interne, come la gestione del
personale. Questa operazione, in pratica, toglie gran parte del potere e
dell’autonomia di cui erano in possesso le divisioni che si occupano delle
diverse gamme di prodotto.
Da quanto si legge su un documento confidenziale controfirmato dal Ceo Gerald
Kleisterlee, e di cui è venuto in possesso il Financial Times, ogni funzione di
supporto non correlata a uno specifico business “sarà attuata come servizio
condiviso”. In questo senso, vengono specificatamente citate le operazioni
finanziarie, la gestione delle risorse umane e l’information technology. Tale
operazione, nella visione di Kleisterlee, dovrebbe portare a un risparmio di 150
milioni di euro, gli altri 150 milioni previsti dovrebbero arrivare da un taglio
alle spese non assolutamente necessarie, quelle che il Ceo di Philips definisce
“low-hanging fruit”. In questo ambito dovrebbero per esempio rientrare le
consulenze (che gli analisti stimano equivalere a uno sgravio nei costi di 50
milioni di euro) e le sponsorship che non mirano alla promozione globale del
brand (20 milioni di euro). Un altro significativo risparmio, 40 milioni di
euro, dovrebbe poter arrivare dalla rinegoziazione dei contratti con i carrier
di telecomunicazioni.
Un aspetto importante che non si evince dal documento stilato da Kleisterlee
è la tempistica prevista per questo piano riorganizzativo. Si presume comunque
che “l’operazione risparmio” di Philips inizi con il primo trimestre del
prossimo anno e che se ne possano vedere i frutti solo a partire dal 2003.
Il Ceo di Philips ritiene che questa iniziativa sia la via giusta “per
ricondurre l’azienda a essere quell’agile realtà di qualche anno fa, in cui il
management era totalmente focalizzato sul mercato”. Ma in cuor suo sicuramente
spera che sia il mezzo adatto per poter riportare in nero il prossimo anno una
società che non registrava passivi dal 1992.