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Phishing, Kaspersky avvisa: i cybercriminali fanno uso dell’AI per gli attacchi

Gli esperti dell’AI Research Center di Kaspersky hanno scoperto che i cybercriminali utilizzano sempre più spesso i Large Language Models (LLM) per creare i contenuti per attacchi phishing e truffe.

Quando gli aggressori tentano di generare in massa siti web fraudolenti, spiega Kaspersky, spesso lasciano alcuni elementi distintivi, come frasi specifiche generate dall’AI, che differenziano questi siti da quelli creati manualmente. Finora, la maggior parte dei casi osservati da Kaspersky hanno preso di mira gli utenti di exchange e wallet di criptovalute.

Gli esperti di Kaspersky hanno analizzato un campione di risorse, individuando alcuni tratti comuni fondamentali per rilevare i casi in cui l’intelligenza artificiale è stata utilizzata per generare contenuti o addirittura interi siti web di phishing e frode.

Uno dei segnali più evidenti di un testo generato dagli LLM è la presenza di dichiarazioni di non responsabilità di mancata esecuzione di determinati comandi, incluse frasi come “In qualità di modello linguistico dell’AI…”.

Un altro indicatore distintivo è la presenza di frasi, come ad esempio: “Anche se non posso fare esattamente quello che vuoi, posso provare a fare qualcosa di simile’”. In altri casi, rivolti agli utenti Gemini ed Exodus, gli LLM rifiutano di fornire istruzioni dettagliate per il login.

Grazie agli LLM, i truffatori possono automatizzare la creazione di decine o addirittura centinaia di pagine web di phishing e truffa con contenuti originali e di qualità”, ha spiegato Vladislav Tushkanov, Research Development Group Manager di Kaspersky. “In passato, questo richiedeva uno sforzo notevole, ma ora l’AI può aiutare gli aggressori a generare automaticamente questo tipo di contenuti”.

Gli LLM possono essere utilizzati per generare blocchi di testo, oppure intere pagine web, dove gli indicatori appaiono sia nel testo sia in aree commenti come i meta-tag, frammenti di testo che descrivono il contenuto di una pagina web e appaiono nel codice HTML.

Esistono altri indicatori che segnalano il possibile utilizzo dell’AI nella creazione di siti web fraudolenti. Alcuni modelli, ad esempio, tendono a utilizzare espressioni specifiche come “approfondire”, oppure “nel paesaggio in continua evoluzione” e “nel panorama in continua evoluzione”. Sebbene non siano considerate forti indicatori di rischio, possono comunque indicare l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.

Un’altra caratteristica del testo generato da un modello linguistico è l’indicazione del limite temporale fino al quale si estende la conoscenza da parte del modello. In genere questa limitazione viene segnalata da frasi come “secondo il mio ultimo aggiornamento di gennaio 2023”. Il testo generato dagli LLM è spesso combinato con tattiche che rendono più complicato il rilevamento da parte di pagine phishing attraverso strumenti di cybersecurity. Ad esempio, gli aggressori possono utilizzare simboli Unicode non standard, come quelli diacritici o matematici, per rendere il testo meno comprensibile e impedire il rilevamento da parte dei sistemi di rilevamento.

I Large Language Models stanno migliorando e di conseguenza i cybercriminali cercano di applicare questa tecnologia a scopi illeciti. Tuttavia, gli errori commessi permettono di comprendere quando questi strumenti vengono utilizzati, in particolare grazie al crescente livello di automazione. In futuro, distinguere i contenuti generati dall’AI da quelli scritti manualmente potrebbe diventare sempre più difficile, rendendo fondamentale l’utilizzo di soluzioni di sicurezza avanzate che analizzino le informazioni testuali insieme ai metadati e ad altri indicatori di truffa”, ha affermato Vladislav Tushkanov

Un report completo con ulteriori esempi e analisi è disponibile su Securelist.

Kaspersky suggerisce alcuni consigli per la protezione dal phishing:

  • Controllare l’ortografia dei collegamenti ipertestuali: a volte le e-mail e i siti web truffa assomigliano a quelli reali. Ciò dipende da quanto i criminali hanno lavorato bene ma è probabile che i collegamenti ipertestuali non siano corretti, con errori di ortografia, oppure reindirizzano ad altre pagine web.
  • Inserire l’indirizzo web direttamente nel browser: se un’e-mail contiene un link, invece di cliccarlo, è consigliabile passarci sopra per verificare che sia corretto. In caso positivo, cercare il link autonomamente anziché collegarsi a un sito web. I siti web pericolosi possono risultare simili a quelli autentici.
  • Acquistare una soluzione di sicurezza avanzata, in grado di fornire funzionalità di navigazione sicura, proteggendo gli utenti da siti web, download ed estensioni pericolose.

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