Lo stato della Rete, la sua evoluzione dal punto di vista tecnologico, l’opzione satellitare e il wifi sono stati gli argomenti di un incontro organizzato da Anfov, l’associazione per la convergenza nei servizi di comunicazione, con tre delle principali società di telecomunicazioni italiane.
Per quanto riguarda le applicazioni, il video la fa da padrone e ci si sposta sempre di più da applicazioni di tipo peer to peer alle over the top. “La decisione unilaterale di Facebook di fare partire in automatico i video sulle pagine degli utenti ha messo a dura prova le reti di tutti gli operatori”, ha osservato Sandro Falleni di Vodafone.
Fastweb: Ftts al 20%, 30% in arrivo
“Fastweb ha quasi completato il suo piano Ngn a una velocità media di 70 Mbps”, ha detto Paolo Cristoforoni di Fastweb. Il piano prevedeva la copertura del 20% del mercato con circa 13.500 cabinet stradali in tecnologia Ftts, Fiber to the street. Fastweb è poi partita con un secondo piano “per aggiungere ulteriore potenziale, con altri 8.000 cabinet per 5 milioni di potenziale di mercato e il 30% di copertura”.
L’alta qualità della rete in rame giustifica la scelta verso la Ftts. “Le distanze tra gli edifici e i cabinet sono limitate e favoriscono le performances”, ha aggiunto Cristoforoni; “il 25% degli edifici è entro i 100 metri dal cabinet e un altro 25% entro i 250 metri”. Ed entro il 2016, grazie ad una soluzione simile al vectoring, sarà possibile, in funzione della distanza, raggiungere una velocità di 450 Mb.
Telecom: 27% Fttc, 54% Lte
Da parte sua Telecom Italia ha scelto la tecnologia Fttc, Fiber to the cabinet, simile a quella usata da Fastweb, che arriva a una distanza massima di 400 metri dal cliente. “Fttc permette di sfruttare la rete in rame, è scalabile, ragionevolmente economica e soprattutto offre grande rapidità nel deployment”, ha ribadito Paolo Dal Bono di Telecom. In attesa del sacro Graal dell’Ftth (Fiber to the home), per ora attivo solo in un paio di zone di Milano, Telecom è arrivata a una copertura del 27% della popolazione con 120 Comuni.
Nel mobile, invece, la rete Lte ha superato il 54% della popolazione outdoor, con 745 Comuni. Maggiore throughput, rete ip nativa, minore latenza e supporto della qualità del servizio end to end sono i vantaggi offerti da questa tecnologia che vede già l’arrivo della versione Advanced in attesa del 5G.
Vodafone: Lte 75% e spinta su Fttc
La copertura del 4G di Vodafone vale circa il 75% della popolazione con 80 città. Il piano prevede però di arrivare a 110 centri entro marzo 2015. Anche Vodafone si sta muovendo sul fisso: entro i prossimi due anni verranno allestiti 30.000 cabinet che dovrebbero permettere di raggiungere 150 città italiane. “Si tratta di un passaggio intermedio per arrivare alla Ftth”, ha specificato Sandro Falleni di Vodafone.
Inoltre la spinta sul 4G ha portato un milione di clienti con una crescita del traffico del 60%. Secondo la rete Vodafone, il 70% del traffico arriva da social e multimedia, ma i segnali che arrivano dal Regno Unito danno in forte crescita servizi video (come Netflix) e applicazioni come (Snapchat).
Satellite: le costellazioni contro il digital divide
Stefano Festa di Eutelsat ha illustrato le potenzialità del satellite, competitivo soprattutto nelle aree di digital divide: già oggi è possibile una velocità di circa 22 Mbps. Inoltre già si pensa al lancio di nuovi satelliti per arrivare ad una costellazione che sfiori i 30 Mbps. La brand awareness è il maggiore problema di questo tipo di soluzione per la quale si pensa anche alla vendita diretta sul territorio e l’avvio di partnership con altri operatori.
C’è speranza, aggiungiamo noi, che stavolta si riesca ad inserire nel pacchetto italiano una soluzione satellitare, poco amata dai politici perché priva di opere riconoscibili come i tralicci ma essenziale per un territorio articolato come quello della nostra penisola.
Wifi e obblighi all’italiana
Nell’incontro Anfov c’è stato spazio anche per bacchettare il normatore. Una recente proposta di legge, infatti, prevede l’obbligo del wifi gratuito per i negozianti. Messa in questi termini secchi, c’è francamente da chiedersi come sia possibile che un’idea del genere raccolga l’adesione di oltre cento parlamentari.
I partecipanti all’incontro hanno ovviamente sottolineato la scarsa opportunità di imporre ai commercianti il wifi gratuito per i clienti, che sarebbe un ulteriore peso a loro carico. Come proposta alternativa si pensa più ad un wifi con servizi e contenuti specifici: questa appare la strada più indicata, ribadendo che l’obbligatorietà non può essere imposta.