Secondo un recente studio di Merril Lynch, i responsabili acquisti di softwarre ed hardware delle grandi aziende non prevedono particolari incrementi di spesa a fine estate.
I commenti sul rimbalzo che dovrebbe caratterizzare la seconad metà del 2001 per i titoli high-tech assomigliano sempre più a sommesse preghiere. Che potrebbero non essere esaudite nell’anno in corso. Secondo una recente indagine di Merril Lynch, i responsabili acquisti di software e hardware nelle grandi aziende non prevedono particolari incrementi di spesa a fine estate. E anzi non ritengono probabile tornare rapidamente ai livelli di investimento che hanno caratterizzato i mesi fino al 2000. I contratti di lungo respiro, i più remunerativi, sarebbero solo un ricordo del passato: al loro posto, ci sono solo affari di piccolo cabotaggio. Lo studio di Merril Lynch prende in esame le risposte di 50 chief information officer americani e 15 europei, per due terzi dei quali non ci sono segni di aumento della spesa in information technology rispetto ai primi sei mesi di quest’anno. I responsabili delle finanze aziendali sono quasi tutti focalizzati su un generalizzato contenimento dei costi, compresi quelli tecnologici. Solo il 18% delle risposte è relativamente positivo: una azienda su cinque spenderà qualcosa in più dopo l’estate. Purtroppo per l’Europa, il giro di risposte confermerebbe anche che il rallentamento riguarda le imprese da questo lato dell’Atlantico.
Analoghi studi corroborano un identico trend: per Morgan Stanley 110 grandi acquirenti su 220 hanno stretto i cordoni della borsa dell’Itc, mentre gli economisti della Goldman Sachs aggiungono al quadro la fosca pennellata di un abbassamento del 24% sulla curva di spesa annua nel secondo quarto rispetto a 12 mesi fa.