Ibm è consapevole della cruciale importanza della protezione dati per un’impresa. Non solo dei dati aziendali, ma anche delle informazioni personali. Se la privacy dei dati aziendali viene compromessa, può causare danni irreparabili alla reputazione e perdita di vantaggio competitivo.
Alla base del rapporto tra un fornitore di prodotti e servizi com Ibm e i clienti non può che esserci la fiducia. Ed è per questo che Ibm illustra le sue policy sulla privacy, nell’ambito delle soluzioni cloud di Intelligenza artificiale. Lo fa direttamente con un post sul blog della società (a questo link), per mano di Tim Suzor, Strategy Lead di IBM Watson, e con il proprio sito (a questa pagina).
La protezione dati in Watson
Il primo punto sottolineato da Suzor è che Ibm non condividerà i dati dei clienti senza la loro autorizzazione. Quando un’azienda lavora con la piattaforma AI di Ibm, non si concede la proprietà dei dati a IBM per cogliere i benefici degli insight forniti da Watson.
Tutti i dati con cui Watson interagisce sono protetti da tre elementi. Il più alto livello di crittografia, rigorosi controlli di accesso, moduli di consenso sviluppati dagli esperti di sicurezza Ibm.
Questi moduli consentono a Ibm di controllare dove vengono memorizzati i dati. In modo che solo gli utenti autorizzati possano trovare, visualizzare, modificare o eliminare dati sulla base di permessi granulari. Ibm equipaggia inoltre i data center con i più sofisticati sistemi e controlli di sicurezza fisici e digitali. I sistemi, la sicurezza e l’infrastruttura perimetrale sono monitorati a tutte le ore, tutti i giorni dell’anno.
L’architettura a tre livelli di Watson
L’architettura di Watson è unica, in quanto è segmentata in tre livelli di accesso distinti. Il Custom Layer distingue i dataset privati dei clienti da quelli che sono di proprietà Ibm o concessi in licenza. I clienti possono personalizzare quali dati condividere e quali dati proteggere come proprietà intellettuale protetta.
L’Industry Layer si sovrappone alle basi della comprensione del linguaggio naturale con filtri contestuali per industrie quali il settore bancario, manifatturiero e dell’istruzione. Il Base Layer consente agli utenti di accedere alla funzionalità di comprensione del linguaggio naturale di Watson.
Trasparenza e limiti d’uso
Con le aziende che scelgono la sua piattaforma, Ibm si consulta su come i dati verranno utilizzati, per aggiungere valore. Quando i clienti caricano i dati in un ambiente Watson condiviso che archivia anche dati di proprietà di Ibm, di terze parti e concessi in licenza, si continuerà ad avere visibilità per distinguere le informazioni proprie da quelle acquisite altrove. Le scoperte strategiche fatte mentre si lavora con gli strumenti Ibm possono essere utilizzate per far progredire il business e crescere nel mercato.
Gli accordi Ibm, conclude Suzor, sono concisi e trasparenti. In essi Ibm chiarisce in modo esauriente per cosa saranno utilizzati i dati del cliente e l’ambito di utilizzo, con termini e condizioni definiti.