Esordio (l’11 giugno) dei primi server di Big Blue con i nuovi processori che abilitano la virtualizzazione e la gestione dinamica.
3 maggio 2004
Saranno gli iSeries i primi server di Ibm a incorporare la nuova tecnologia processore Power5 a 90 nanometri, con i modelli, in uscita il prossimo 11 giugno, 520 e 570, che assumeranno anche il suffisso i5, proprio a indicare la novità architetturale.
Il primo è un server a 1 o 2 vie Power5 che completa, affiancandosi ai modelli 800 e i810, l’offerta per le aziende medio-piccole, e che sarà proposto anche sotto il cappello Express, indicante le proposte specifiche per le Pmi (che, per inciso, nel primo trimestre dell’anno hanno raccolto il 320% di ordini in più rispetto allo scorso anno: un vero successo).
L’i5 570 è un sistema a 2 o 4 vie Power5, per le aziende medio-grandi, che affianca l’offerta di segmento rappresentata dagli esemplari i825 e i870. Per l’high-end è atteso, dopo l’estate, un ulteriore modello.
Insieme ai nuovi processori che abilitano l’on demand computing e il correlato risparmio energetico, con gli i5 (che in americano si pronunciano “ai-five”, a simboleggiare sia l’alta affidabilita’, sia la forma di saluto con positivo in uso, con la mano aperta e in alto) Ibm introduce anche il nuovo sistema operativo, creato proprio per sfruttare al meglio le capacità di virtualizzazione con il dynamic partitioning: i5/Os. In pratica è il V5 release 3, ed è stato concepito per supportare anche l’integrazione di più ambienti operativi in contesti di Web computing.
La nascita degli i5 è stata occasione anche per la ridefinizione del modello dei prezzi. Ibm ha rivisto il posizionamento dei propri server medi, ricostruendone il valore economico, scomposto per storage, memorie, capacity on demand), e ottenendone una sostanziale riduzione del rapporto prezzo/prestazioni, in una misura media del 25%.
Quanto ai processori Power5, rappresentano un salto generazionale nel computing, in quanto consentono di far girare più sistemi operativi all’interno di micro-partizioni virtuali e perchè dispongono delle funzionalità di switching power reduction, che stabiliscono, assieme, un ordine di funzionamento del processore (a seconda dei carichi di lavoro) e un risparmio energetico, che si traduce in un non indifferente abbassamento della generazione di calore.
Altra novità, poi, riguarda i campi di impiego dell’architettura Power: praticamente, tutta l’industria dell’elaborazione delle informazioni, a scendere, dai supercomputer alla BlueGene, capaci di lavorare anche 100 Teraflop, fino alle normalissime console di videogioco. Sony, infatti, è diventata licenziataria dell’architettura per montarla su un’ampia varietà di dispositivi consumer come le Playstation.