Prahalad:«I nuovi business passano per l’It»

Le imprese, ha spiegato l’economista indiano, devono comprendere l’importanza dei consumatori nell’epoca di Internet

Nell’epoca della globalizzazione e del dominio di Internet, le aziende devono insistere con maggiore forza sulle risorse It per aumentare i vantaggi competitivi e trasformare il proprio business. È questo il concetto principale espresso dall’economista indiano di fama internazionale C. K. Prahalad, professore presso l’Università del Michigan e membro del board di diverse multinazionali, intervenuto a un incontro organizzato dalla School of management del Politecnico di Milano. Il filo conduttore del discorso di Prahalad è stato il tema dell’innovazione, che è anche il titolo del suo ultimo saggio “The age of innovation”.

I grandi mutamenti
Secondo l’economista le imprese si trovano oggi a competere in un mercato profondamente diverso rispetto al recente passato: innanzitutto a causa della globalizzazione che, ha spiegato Prahalad « Esiste così come la gravità ed è quindi impossibile da negare o contrastare. La domanda che le aziende devono farsi, piuttosto, è come ottenere dei benefici da questa accresciuta interdipendenza del pianeta». L’altro grande cambiamento è Internet: «Grazie al web miliardi di persone sono oggi connesse le une con le altre, per la prima volta nella storia dell’umanità». La terza grande rivoluzione è la crescita della digitalizzazione: «La potenza di calcolo dei computer – ha insistito Prahalad – continua ad aumentare in misura esponenziale e, contemporaneamente, i costi della tecnologia (in particolare il costo per bit) decrescono significativamente. Questo significa che oggi tutti, piccole imprese comprese, possono avere accesso alla tecnologia».

L’utente finale è il cuore del business
L’effetto combinato di questi tre mutamenti è che se un tempo le aziende partivano da una posizione di vantaggio nei confronti dei consumatori, potendo contare su una maggiore influenza e su una quantità superiore di informazioni, oggi il rapporto di forza si è praticamente capovolto. Basti pensare alla marea di nozioni sulle imprese che chiunque può ricavare da Internet. Per questo motivo, ha sottolineato Prahalad, occorre abbandonare il vecchio schema che mette l’impresa al centro dell’universo (dove tutto è prodotto all’interno dell’azienda) e abbracciare invece il concetto della co-creazione: in questa idea il consumatore (o comunque l’utente finale nel business to business) diventa l’elemento principale, e si riconosce che qualunque elemento della filiera può creare nuovi progetti e portare vantaggi competitivi. Prahalad ha fornito diversi esempi pratici dell’applicazione di questa teoria: se oggi un rivenditore di pneumatici vuole uscire dal suo classico business e osare qualcosa, grazie a un utilizzo intelligente delle risorse It può diventare un fornitore di servizi per la mobilità, capace di garantire prestazioni personalizzate per gli utenti.

La necessità di una svolta culturale
Le imprese, secondo l’economista indiano, hanno insomma a disposizione grandi opportunità, ma per tradurle in pratica devono risolvere problemi da un punto di vista strutturale e soprattutto culturale: la capacità di attrarre talenti da tutto il mondo e di aprirsi a nuovi mercati saranno sempre più importanti nel futuro. In questo scenario l’Information Technology gioca un ruolo fondamentale ma, come ha sottolineato Prahalad, spesso It e business non parlano la stessa lingua e non riescono a comunicare: i Cio/Cto sono troppo focalizzati sulle tecnologie e raramente fanno parte dei board aziendali. D’altra parte nelle business school dove si formano i manager si insegna solo marketing e finanza, e quasi mai a gestire le risorse It. Per superare questa situazione, ha concluso Prahalad, occorre uno sforzo comunicativo per creare un linguaggio nuovo e accessibile alle due parti.

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