Aziende troppo piccole e agricoltori troppo anziani e soprattutto poco innovativi hanno reso in questi anni l’agricoltura giapponese poco produttiva, pertanto si ricorre alla precision agriculture.
E anche particolarmente vulnerabile alla concorrenza, considerato che alcune sue coltivazioni chiave sono protette da dazi e agevolazioni.
Per dare la svolta il Governo giapponese spinge dunque verso l’adozione dei sistemi di precision agriculture, sfruttando anche l’avvento di una nuova generazione di imprenditori.
In una nazione dove l’agricoltore medio ha oltre 66 anni e gestisce tre ettari di terreno, è proprio l’arrivo di forze nuove che può cambiare gli equilibri.
Si tratta di imprenditori che hanno una preparazione economica e tecnologica superiore alla generazione che li ha preceduti, il che permette loro di capire meglio cosa sia remunerativo e cosa no. Ma soprattutto il valore della tecnologia e in particolare della precision agriculture.
Precision agriculture per la crescita
L’adozione di sistemi che vanno dai robot veri a propri alla sensoristica distribuita sul campo è importante, spiegano gli osservatori giapponesi, per la dinamica che avrà la crescita prevista per l’agricoltura giapponese.
Il passaggio dalle imprese agricole familiari a quelle aziendali è essenziale, la crescita nelle dimensioni delle aziende non può però essere seguita da una proporzionale crescita della forza lavoro.
La diffusione delle tecniche di precision agriculture serve quindi ad avere coltivazioni gestite in maniera efficiente e produttiva anche con manodopera relativamente contenuta.
Una crescita nei posti di lavoro ci sarà comunque, si spiega, perché le nuove tecnologie hanno bisogno di persone preparate che le gestiscano.