Per creare un po’ d’attesa attorno al prossimo rilascio della nuova generazione di chip a 64 bit, Intel ne evidenzia le performance. Ma basteranno a convincere i diversi vendor che guardano con scetticismo all’architettura a 64 bit?
Si avvicina il periodo del rilascio di McKinley (è previsto entro la fine
dell’estate). E Intel crea attesa attorno alla seconda generazione di processori
Itanium annunciando che gli ultimi test di laboratorio hanno permesso di
ottenere prestazioni due volte superiori rispetto ai chip a 64 bit attualmente
in commercio. Più in dettaglio, la società californiana ha affermato che le
prove condotte su un prototipo di Itanium 2 a 1 GHz hanno permesso di avere il
doppio di performance rispetto a un Itanium a 800 MHz. I test sono stati
eseguiti con i benchmark SpecInt2000 e SpecFp2000, realizzati dalla stessa
Intel. Il maggiore costruttore di chip ha reso noto anche chele prestazioni
dell’Itanium 2 sono risultate nettamente superiori rispetto a quelle fornite da
un UltraSparc III di pari frequenza (13 gigaflops, od operazioni al secondo,
contro 7 gigaflops). Senza volere mettere in dubbio i risultati, gli esperti
fanno notare che però si tratta di un test condotto da Intel con benchmark
prodotti in proprio.
Prestazioni a parte, c’è sicuramente ancora parecchio lavoro da fare per
persuadere i costruttori di server a utilizzare Itanium. L’attuale generazione
non ha convinto molto e ha trovato molti meno estimatori del previsto,
soprattutto a causa della carenza di applicazioni. Fatto questo che ha spinto i
vendor a valutare anche soluzioni alternative, come il nuovo Opteron di Amd che
consente di usare indifferentemente applicazioni a 32 o a 64 bit. Tuttavia, Hp e
Ibm hanno già affermato che useranno Itanium 2 nei loro nuovi server e Intel
spera che questa decisione possa fare da apripista a una folta cordata di
sostenitori di McKinley.