La società di software per la sicurezza introduce un device “boxato” per creare reti private. Sviluppi anche sul fronte “clientless”.
7 ottobre 2003
Check Point “rompe” gli abituali schemi e introduce la propria prima appliance di sicurezza, di tipo Virtual private network.
Si tratta di un prodotto per una fascia ampia di mercato, tendenzialmente bassa e, per il momento, non consente di affermare che la società possa avere idea di “spalmare” tutta la propria offerta di appliance.
Una soluzione, quindi, da indirizzare a utenti o uffici che, da remoto, si connettono con una centrale operativa.
Basata sul software Vpn di Check Point, l’appliance Vpn-1 Edge (il nome) avrà una fascia di prezzo compresa tra i 400 e i 2000 dollari, a seconda del modello.
Tecnicamente, è frutto delle attività della divisione Sofaware.
Check Point, nota a tutti per il software di sicurezza, in realtà non è avulsa dal mercato delle appliance, dato che i propri tool appaiono da tempo a bordo delle macchine di Nokia.
Punto fermo della stratefia della società è, peraltro, la gestibilità delle soluzioni. In questo quadro, un’appliance Vpn va nella medesima direzione.
Quanto agli altri sviluppi, Check Point si sta indirizzando verso l’ormai popolare scenario delle Vpn cosiddette “clientless”, cioè che non abbisognano di configurazioni speciali delle macchine client per poter dare accesso remoto.
La società introdurrà altre funzionalità nei propri prodotti, dopo quelle di un anno fa che riguardavano i rudimenti dell’Ssl, e creeerà un ambito di fruizione delle Vpn Ssl anche stand alone.