Un servizio unico, che offriamo in collaborazione con Aica. Un profilo costruito dal basso, autonomamente. All’insegna dell’homo faber.
Produrre il proprio Personal Report costituisce un’opportunità per gli specialisti ICT italiani: il risultato importante è che consente di mettere a fuoco il bilancio delle competenze tecnico-gestionali, come base essenziale per posizionarsi correttamente nella babele delle definizioni correnti di professionalità nel mondo digitale.
La vera novità sta nella parola “produci”, che mette in evidenza il fatto che ognuno è artefice del modo in cui può presentare la propria professionalità nel mercato del lavoro, sia all’interno di una organizzazione per cui lavora come dipendente piuttosto all’esterno delle piccole, medie e grandi organizzazioni come consulente o fornitore di servizi.
“Produci” non è solo un invito a ottenere questo risultato (il Personal Report) in proprio senza l’intermediazione di alcun esperto, ma sottolinea anche il tipo di lavoro fatto da due istituzioni europee come
• L’Unione europea, che negli ultimi 6 anni ha costruito e approvato un frame work di riferimento unitario per le competenze e per i profili professionali (vedi i Documenti del CEN/ISSS sull’”e-Competence Framework (e-CF)” citati a pie di pagina)
• il CEPIS (e AICA è stata parte attiva nel contribuire) che ha investito nello sviluppo di un Servizio come quello che si propone per rendere fruibile, appunto direttamente, lo stesso schema e-CF a chiunque fosse interessato.
Il Servizio che permette di ottenere il Personal Report risulta da questo doppio contributo, basato su di un tool sofisticato del CEPIS che comprende il questionario da compilare e il metodo di costruzione del Personal Report che si ottiene automaticamente: il tool interpreta le risposte al questionario e le traduce in una lista di Profili di Prossimità in cui quello con il punteggio più alto costituisce, “se ci si riconosce”, il nuovo riferimento a cui ci si potrà riferire per tutte le possibili applicazioni.
Cosa vuole dire “se ci si riconosce”?
La spiegazione è complessa.
Il questionario ha come domanda iniziale di contenuto, subito dopo l’inquadramento anagrafico, la richiesta di indicare in quale profilo ci si riconosce fra i 23 dell’e-CF proposti: la domanda è secca, non ammette incertezze dovute al contesto di lavoro (da quello che si pensa di se stessi, al modo in cui ci si è sei proposti ai clienti fino a oggi o al modo in cui si è inquadrati formalmente nella organizzazione per si lavora: va scelto uno solo di questi profili, anche se nessuno corrisponde esattamente a uno dei 23 proposti dalla UE.
Il questionario prosegue chiedendo con quale profondità (su 4 livelli) ci si giudica in possesso delle 36 competenze definite dallo schema e-CF: il profilo di prossimità è costruito quindi “dal basso”, sulle competenze appunto, che sono da considerare come i mattoni fondamentali del profilo professionale “calcolato” con un algoritmo e una metrica sviluppati dal CEPIS e coerente con vincoli imposti da e-CF.
Ecco perché il “ci si riconosce” è importante: se non ci si riconoscene nel profilo calcolato, si può modificare il peso assegnato alle competenze che si ritiene di possedere, sfruttando la possibilità di simulare diversi livelli di possesso, purché ragionevoli e realistici.
Si scopre che il ranking dei 23 profili di prossimità si modifica e si può decidere di chiudere la simulazione quando ci si riconosce sia nel peso assegnato alle competenze possedute che nel profilo di prossimità calcolato.
Quando si stampa il Personal Report del profilo (ma li si può stampare anche tutti e 23, naturalmente nel ranking definito rispetto a quello di prossimità in cui ci si riconosci) si potrebbe scoprire che il profilo di prossimità ottenuto non corrisponde a quello inserito inizialmente (succede nell’80% dei casi) ma si saprà comunque quali sono le competenze il cui possesso pesa maggiormente rispetto al profilo di prossimità ottenuto e accettato.
È evidente che l’importanza di questo approccio alla identificazione della propria professionalità cresce in proporzione alla condivisione di due fattori: il sistema di riferimento e-CF adottato a livello europeo e italiano e la strumentazione di servizio sviluppata dal CEPIS e promossa da AICA in Italia.
Produrre il profilo professionale nell’ICT con questa metodologia basata sull’auto-riconoscimento, riservato in esclusiva a ciascun professionista a titolo individuale, costituisce la base, negli auspici di CEPIS e AICA, per la costruzione di un linguaggio comune utilizzabile non solo a livello personale in rapporto ai tuoi colleghi e concorrenti ma anche e soprattutto fra le imprese che operano nel settore.