La tecnologia a polimeri si presenta come il successore designato degli Lcd: è più economica ed è più semplice da realizzare. Ha però ancora qualche problema in termini di durata.
Toshiba sta dando fondo a tutte la
proprie energie per riuscire a dar vita nei termini di tempo che si
era prefissati aglii schermi di nuova generazione basati sulla tecnologia Organic
light-emitting diode display (Oled). Per dar prova degli avanzamenti produttivi,
la società ha presentato in questi giorni il primo prototipo di un polimero
Oled in grado di supportare 260 mila colori. Il display, che ha una
diagonale di 2.85″, è destinato a dispositivi portatili, come i telefoni,
i cellulari e i Pda, e sarà sul mercato nell’aprile 2002. A onor del vero,
già all’inizio dell’anno Toshiba aveva rilasciato un display monocromatico delle
stesse dimensioni, mentre nei piani della società c’è anche un modello più
grande per notebook.
La tecnologia Organic light-emitting diode display,
conosciuta anche come Organic electroluminescent display, è considerata il
successore dell’Lcd in quanto è in grado di fornire immagini più brillanti a un
costo inferiore. Si ritiene infatti che quando sarà prodotta in grandi volumi,
costerà il 20% in meno rispetto ai cristalli liquidi, in quanto il processo di
produzione è più efficiente. Inoltre, i display di prossima generazione
impiegano pochi materiali, richiedono pochi passaggi di produzione e, siccome
utilizzano materiali con proprietà luminose, eliminano la necessità di
retroilluminazione.
Fino ad oggi la produzione di display organici è stata
però decisamente scarsa e la durata dei prodotti è risultata sempre inferiore a
quella degli Lcd, per i quali va dalle 10.000 alle 15.000 ore contro
le sole 5.000 ore dei modelli Oled. Per tale motivo la nuova
tecnologia si adatta soprattutto ai dispositivi a bassa risoluzione, come
orologi e autoradio. Tuttavia, diversi costruttori di display Lcd, tra cui
Kodak, Philips, Sanyo, Sony e Tdk, stanno investendo nei nuovi
prodotti.