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Il prossimo passo dello smart working sarà in 5G

Mai come in questi giorni si parla di smart working. Ma anche prima che questa modalità di lavoro conquistasse l’attenzione e fosse protagonista delle conversazioni, molte persone già lavoravano da remoto almeno una volta alla settimana.

I team online sempre più sostituivano la forza lavoro tradizionale di ufficio, e le nuove generazioni davano per scontato di intraprendere la loro carriera in ambienti di lavoro mobile.

Il lavoro flessibile è un vantaggio per le aziende: oltre a portare una riduzione dei costi complessivi accresce la motivazione delle persone, rendendole più responsabili del loro tempo e del loro modo di lavorare, e contribuisce al loro equilibrio tra lavoro e vita privata.

Alberto Bastianon, Director Presales di Dell Technologies Italia

Come osserva Alberto Bastianon, Director Presales di  di Dell Technologies Italia, progressi come il 5G, le app di collaborazione e i software per conferenze offrono modi più efficienti di lavorare insieme, adattandosi a ciò che gli utenti, ma anche le aziende, chiedono.

In tal modo lavorare da remoto con un collega in un altro Paese o partecipare a un incontro di brainstorming con 50 persone nel mondo, diventa la nuova normalità.

La disponibilità di connettività a banda larga, un facile accesso ai server di posta elettronica e al software di collaborazione sono elementi fondamentali per garantire l’efficienza degli smart worker e un’esperienza utente fluida che sia paragonabile a quella sperimentata nella vita quotidiana.

Nel 5G la casa dello smart working

E proprio in virtù di questo scenario, secondo Bastianon, il 5G occuperà un ruolo sempre più centrale nello sviluppo del lavoro agile, dal momento che non si avvertirà più nessuna differenza tra l’essere collegati in rete all’interno dell’azienda o lavorare in mobilità.

Ma in quali termini? Secondo Bastianon il cambiamento riguarderà l’approccio alle possibilità di massimizzare le potenzialità del 5G.

Una novità, in particolare, sarà la possibilità di segmentare l’ampiezza di banda del 5G in modo da riservare porzioni specifiche di rete a determinate applicazioni enterprise o determinati utenti, creando un’esperienza end-to-end attraverso l’orchestrazione cloud.

La novità più importante, per Bastianon, sarà tuttavia quella di proporre un modello di edge computing che le aziende stanno già iniziando a considerare per poter implementare nella rete 5G applicazioni real-time a uso intensivo di dati in prossimità dell’utenza, e ciò allo scopo di minimizzare la latenza.

Tutto questo in contesti come i sistemi di controllo basati su intelligenza artificiale all’interno di fabbriche o autovetture, ma anche dove ci sarà l’esigenza di spostare il pre-processing dei dati in direzione degli ambienti edge per controllare il flusso di dati veicolato verso data center e cloud.

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