Purassanta, Microsoft: l’IoT affievolisce la distanza tra prodotto e servizio

Carlo Purassanta-GP- IMG_0661A margine di un evento internazionale come la Worldwide Partner Conference di Orlando, dove Microsoft ha riunito i suoi partner provenienti da tutto il mondo non solo per presentare nuovi scenari e nuove prospettive, ma anche per condividere storie di successo e scenari applicativi, con Carlo Purassanta, amministratore delegato della filiale italiana della società, facciamo il punto sul nostro mercato, sulle sfide e sulle opportunità.
Purassanta si dice soddisfatto di come stiano andando le cose per Microsoft nel nostro Paese, tuttavia esprime timori “sullo stato delle cose in Italia, sul come gli imprenditori non si rendano conto a volte delle opportunità, né delle minacce. Devono decidere se essere l’Uber di quauno o la società di Taxi di qualcun altro, questo è il punto”.
C’è un senso di urgenza nelle parole di Purassanta, che parla di un ecosistema che “deve diventare più forte e ambizioso. Non tutti hanno abbastanza fame di crescita, eppure le opportunità sono davanti a noi: bisogna rivoluzionare il core business delle imprese e bisogna farlo adesso”.

Il primo passo è cambiare la percezione dell’It nelle imprese e secondo Carlo Purassanta i sensori negli oggetti rappresentano una leva importante. “Parliamo di un’imprenditoria medio piccola, familiare concentrata sul prodotto – spiega – . Per gli imprenditori che producono oggetti fisici, l’informatica non è mai stata core. E questo spiegherebbe anche il perché la nostra spesa It è sempre più bassa rispetto agli altri Paesi”.
L’Internet delle Cose diventa un elemento rivoluzionario, perché “rende intelligente il prodotto e affievolisce la distanza tra prodotto e servizio”.
L’IoT porta con sé il cloud, perché non si fa machine learning o analytics senza una piattaforma consistente alle spalle.
Ecco dunque una trasformazione che porta le aziende di prodotto a diventare anche azende di servizio: “Ogni azienda diventa una social digital enterprise e questo rende anche più attrattivi i suoi prodotti: un passaggio che gli imprenditori oggi comprendono bene”.

In ogni caso, Purassanta ha individuato sei aree di azione sulle quali Microsoft continuerà a focalizzarsi anche nei prossimi mesi, coinvolgendo in questo anche l’ecosistema dei suoi partner.
In primo luogo la Digital Transformation: “Dobbiamo discutere con ogni cliente dell’uberizzazione in corso. Vogliamo entrare nel core dei business model, creare un’onda di trasformazione. Rendiamo disponibili laboratori perché si creino idee che cambino il loro modo di fare business”.
La seconda area è di nuovo Digitali per Crescere, inserita nel national plan della società. “In questo caso si parla di ambasciatori del modern biz e noi stessi lo siamo. Vogliamo far capire che la trasformazione che sta facendo Microsoft è la stessa che possono fare anche le imprese”. C’è un forte richiamo alla politica in questo caso. Purassanta sottolinea come l’assenza di una figura governativa che abbia in mano le deleghe per l’innovazione sia un elemento di freno per il Paese e chiosa: “Su questo punto non ci fermieremo, almeno fino a quando non sarà il Governo a invitare Microsoft a incontri sull’innovazione e non viceversa come accade oggi”.
Il terzo focus sono naturamente i partner, anzi gli shiny partner, come li definisce Microsoft. Partner illuminati, ambiziosi e coraggiosi, che vogliono investire, trasformare il loro desiderio in azione pragmatica, mentre il quarto è rappresentato dal claim I love Windows. “Noi siamo Windows – spiega Purassanta e il nostro obiettivo è far arrivare i clienti ai loro obiettivi a prescindere dagli strumenti che utilizzano. Windows 10 è la prima piatatforma universale e la nostra attenzione è sulla piatatforma, non sul dispositivo”.
E poi c’è Italy for Growth, che di fatto riprende l’attenzione della Corporation a che tutte le country siano profittevoli. “Dobbiamo continuare a far crescere l’Italia. Perché se l’Italia cresce crescono anche gli investimenti della coporation e si innesta un meccanismo virtuoso che fa bene al sistema Paese”.
L’ultimo punto non è scontato: “Dobbiamo far crescere i nostri talenti anche a livello internazionale. Lo stiamo già facendo, con Silvia Candiani, Roberta Cocco, Silvano Colombo, Leonardo Franco, Alfredo Giannattasio, Matteo Mille, Rita Tenant. Vorremo incrmentare l’export dei nostri talenti in Europa”.

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