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Pure Storage: per le aziende è importante affrontare il debito tecnologico

Umberto Galtarossa, Partner Technical Manager di Pure Storage, analizza l’importanza di affrontare il debito tecnologico: le aziende spesso seguono i trend senza considerarne l’impatto a lungo termine, accumulando costi per mantenere tecnologie obsolete.

Per ridurre il debito tecnologico, serve una pianificazione strategica con focus su ROI e innovazione, evitando decisioni affrettate.

Se si chiede a un essere umano per cosa vuole spendere i propri soldi, la risposta è pressoché certamente per qualcosa di nuovo e bello. Che si tratti di una nuova cucina, di un’auto, di un comodo divano, come persone siamo portati a prendere decisioni basate sul valore che otterremo da quell’acquisto trascurando quello che accadrà se non si ripara il tetto con infiltrazioni.

Lo stesso vale per le aziende: i medesimi fattori umani giocano un ruolo preponderante e le decisioni prese che non sempre supportano gli obiettivi aziendali a lungo termine.

Nuovi trend interni

Indubbiamente sono i trend a guidare le scelte. Vent’anni fa la cucina con isola non era un elemento preponderante, ma oggi molte case ne hanno una. Per quanto riguarda gli acquisti tecnologici, i trend del cloud e della virtualizzazione hanno dominato e pilotato le decisioni di acquisto, che si manifestano attraverso ondate di popolarità e utilizzo.

Cinque anni fa, un CIO senza una strategia cloud, rischiava seriamente di perdere il lavoro. Prendere decisioni affrettate però potrebbe far sì che le aziende si ritrovino poi con una tecnologia di cui si pentono, che non mantiene il valore promesso.

Vecchi processi e un tetto con infiltrazioni

Mantenere e non innovare la tecnologia tradizionale equivale a non riparare una perdita d’acqua nel tetto. Significa passare una mano di pittura sopra la macchia di umidità senza risolvere il problema. Le aziende si ritrovano nella stessa situazione. Non esaminano e, quindi, non risolvono la questione che sta alla base.

Al centro di questo problema c’è sempre il debito tecnologico. Le imprese spendono una quantità enorme del proprio budget nella gestione e mantenimento di questo debito: tecnologia obsoleta, processi macchinosi, aggiornamenti lenti. Prendendo l’esempio del cloud: per molti sembrava la soluzione definitiva al debito tecnologico, ma non è andata così.

Ora le aziende hanno un nuovo debito tecnologico, i rifiuti, perché la tecnologia è stata fornita e dimenticata, e si continuano a seguire gli stessi vecchi processi. Nessuno vuole essere un detrattore del cloud perché sarebbe visto come qualcuno che non sa stare al passo. Così, alcuni hanno sottoscritto contratti cloud massicci che non utilizzano. Non hanno mai pensato alla via d’uscita al momento d’ingresso.

Il debito tecnologico può accumularsi perché le decisioni sono guidate dalla paura di essere esclusi (FOMO), piuttosto che da un business case per incrementare il ROI. È più facile mostrare un risparmio e ricavare un valore da qualcosa che è stato installato di recente, ma la nuova installazione di quest’anno è il debito tecnologico dell’anno prossimo. L’investimento in tecnologia assorbe un’enorme fetta del budget di un’organizzazione. Secondo i dati di McKinsey & Company, il 40% del budget di un team IT viene speso per il debito tecnologico. Ciò significa che ogni anno si spreca una cifra impressionante per mantenere la vecchia tecnologia. Senza un’adeguata pianificazione, l’impatto rappresenta una costante diminuzione del valore e dell’innovazione.

Impiegare i migliori architetti e designer

Come possono le aziende controllare e ridurre al minimo il debito tecnologico? Mettendo in campo le persone migliori e più talentuose. Meglio non interrompere gli investimenti in nuove tecnologie, ma piuttosto valutare se la nuova installazione farà ciò che promette tra 1, 3 o 5 anni: sarà in grado di risolvere qualche reale problema? Fate in modo che questa sia un’iniziativa di core business e chiarite che il team che ci lavora è altamente fidato e attivo.

Dovranno pianificare in anticipo, costruire un solido piano di ROI, non lasciare il processo decisionale troppo tardi e non essere costretti a prendere decisioni tattiche a breve termine che costano di più. Sarà sempre più divertente comprare un nuovo divano che pulire le grondaie. Ma se non lo si fa, a lungo termine si avrà un grosso problema.

Bisogno di una novità?

Proprio come le tendenze della moda che si ripresentano, anche nel settore tecnologico spesso la “novità” è solo una versione rinnovata di qualcosa che c’era già. Il prossimo viaggio che i clienti stanno intraprendendo è quello dei container e del bare metal, e di come eliminare la virtualizzazione dalla loro proprietà.

Per trarne vantaggio, le aziende devono essere smart, senza il peso del debito tecnologico e con un budget disponibile per gli investimenti. I leader tecnologici devono assolutamente esplorare le nuove mode, ma per garantire il successo devono avere una chiara comprensione degli obiettivi aziendali e del modo in cui le tendenze contribuiranno a raggiungerli, includendo una roadmap, un’analisi SWOT, un piano di uscita, ecc.

Dilemmi del design

Chi è già un grande utilizzatore di cloud, deve assicurarsi di massimizzare i propri investimenti. Qualche anno fa, Andresson & Horrowitz hanno sollevato il dilemma del trilione di dollari. Più di un trilione di dollari è “ostaggio” del cloud e delle aziende di software.

Il cloud promette economie di scala, ma deve essere utilizzato esattamente come è stato progettato e venduto, altrimenti i risparmi diventeranno un’illusione con le imprese intrappolate in un contratto. Queste aziende rischiano di trovarsi in due mondi senza sapere in quale vogliono stare, perché le loro decisioni si sono basate sui trend e non su una vera trasformazione.

Tendenze e trasformazioni

Purtroppo, come altre tendenze, il ciclo di acquisto di tecnologia è orientato verso il nostro desiderio di cose nuove e fiammanti. Sebbene sia comprensibile, non sono in molti a voler gestire il team del debito tecnologico e tutti i problemi legati alla legacy, questo fenomeno deve finire. Le aziende devono comprendere che la gestione e la riduzione al minimo del debito è il punto da cui è possibile incrementare i profitti e ottenere valore. Credo che la carica aziendale legata alla riduzione del debito tecnologico diventerà un ruolo ricercato.

Continuando un parallelismo con la casa, ci deve essere un budget e una tabella di marcia per i problemi a breve, medio e lungo termine (es. l’imbiancatura, la pulizia delle grondaie, la riparazione di problemi strutturali, dell’umidità o del tetto). Nel settore tecnologico, questo dovrebbe includere la modernizzazione delle applicazioni, la promozione dell’innovazione, l’implementazione di piattaforme per gli ingegneri DevOps, la semplificazione dell’accesso per i data scientist dell’IA, la migrazione completa dagli HDD, l’implementazione di un nuovo strumento di IA o validi strumenti per la sicurezza dei dati.

È fondamentale costruire un piano solido e una roadmap a lungo termine che incorpori la tecnologia giusta per garantire il ROI: è qui che risiede il valore ed è così che avverrà l’innovazione. Non bisogna lasciarsi guidare dai trend solo perché altri li hanno adottati. È importante trovare il giusto fornitore, che sia un vero partner in grado di intraprendere il viaggio della trasformazione insieme a voi.

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