Qualche mese fa la società sembrava destinata a cogliere i frutti di un mercato al decollo e oggi si trova a fare i conti con un bilancio tutt’altro che facile da risanare e con una posizione molto indebolita rispetto a una concorrenza quantomai agguerrita.
Dalle stelle alle stalle… Poco nobile il paragone, forse, ma sembra questo il destino di Palm. Solo qualche mese fa la società sembrava destinata a cogliere i frutti di un mercato al decollo e oggi si trova a dover fare i conti con un bilancio tutt’altro che facile da risanare e con una posizione molto indebolita rispetto a una concorrenza quantomai agguerrita.
E ora, dopo aver già effettuato tagli per 300 dipendenti, pari al 16% della sua forza lavoro, l’azienda si appresta a ridurre ulteriormente l’organico, di un numero al momento non precisato di unità.
Questa manovra di contenimento degli organici viene motivata da Palm con il fiacco andamento del terzo trimestre, in parte anche a causa del ritardo nel rilascio della serie m500, che ha spostato gli acquisti da parte di utenti in attesa della versione successiva.
Ma come stanno le cose realmente?
Palm sostiene di aver bisogno di ridurre ulteriormente i costi interni per riallinearli alle attuali condizioni di business. Nel frattempo, però, sottolinea come l’avvenuto lancio del modello m500 stia smuovendo un po’ le cose, grazie anche ai miglioramenti in corso nelle attività di engineering, produzione e logistica. C’è una nuova guida a capo della divisione Solutions, nella persona di Todd Bradley, già vice presidente di Gateway, e nuovi accordi sono in corso su tutti i mercati. Ultimo in ordine di tempo quello con Acer, con la quale Palm collaborerà per il rilascio di una versione semplificata per il mercato cinese di Palm Os per i clienti della regione Asia.-Pacifico.
Se la società dunque cerca di mandare segnali di un certo ottimismo, dall’altra parte gli analisti si mostrano sempre più scettici ed evidenziano come a loro avviso la società abbia bisogno di un’iniezione di denaro che solo una partnership forte può portare. Anzi, più che di una partnership, gli analisti parlano di una acquisizione, evidenziando come questa ipotesi potrebbe contribuire a una rivitalizzazione del marchio. Tra i “papabili” si fanno i nomi di Ibm, Apple o Sony, ma si tratta pur sempre di illazioni. Di Apple c’è da dire che per lungo tempo ha corteggiato Palm, cercando di acquisirla da 3Com, senza per altro riuscirvi.
In casa Palm gli scenari prospettati dagli analisti non piacciono, tanto che la società si affretta a sottolineare la propria volontà a rimanere indipendente.