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Qualità della vita digitale, l’Italia al ventesimo posto

Uno studio condotto a livello globale sulla vita digitale, rivela che l’Italia, in termini di qualità della connessione a Internet e di infrastrutture elettroniche, si trova più indietro rispetto ad altri paesi sviluppati.

Infatti, nell’edizione 2020 della ricerca riguardo la qualità della vita digitale (DQL) condotta da Surfshark l’Italia si classifica 20ª su 85 paesi.
A livello globale, l’Italia eccelle in termini di costi di accesso a Internet (11ª), sicurezza informatica (12ª) e servizi di e-government (14ª), mentre ottiene risultati mediocri per quanto concerne  la qualità della  connessione a Internet (41ª) e infrastrutture digitali (54ª). L’indagine sulla DQL prende in considerazione l’81% della popolazione mondiale e classifica i paesi  sulla base di cinque parametri fondamentali, i quali definiscono la qualità complessiva del benessere digitale in tutto il mondo.

L’Italia ha dunque l’accesso ad internet più conveniente tra i paesi del Sud Europa. Inoltre, ha un internet più accessibile rispetto ad altri paesi economicamente ricchi, come il Regno Unito, la Svizzera e la Germania. Tuttavia, Le persone in Spagna e in Francia godono di una qualità di vita digitale migliore rispetto a chi vive in Italia. Nell’indice generale, la Spagna si colloca al 18° posto, mentre la Francia occupa la 4° posizione a livello globale.

Purtroppo l’Italia si colloca al 54° posto per le infrastrutture elettroniche, il che significa che l’infrastruttura elettronica esistente non è così sviluppata e inclusiva come quella di Australia, Germania, Russia, Regno Unito, Malesia e Spagna, tra gli altri.

 

Neppure per quanto riguarda la qualità di internet, l’Italia riesce a raggiungere la sufficienza: non è nemmeno nella top 40. Nella posizione 41, il Paese è in ritardo rispetto alla maggior parte di Europa, Israele, Nuova Zelanda, Canada e Giappone a causa della lentezza della velocità di navigazione mobile e della banda larga.

In Italia, la stabilità della connessione sia della banda larga che di internet mobile è leggermente diminuita a causa del largo uso d smart working durante la pandemia COVID-19.

7 dei 10 paesi con il livello di Digital Quality of Life più elevato si trovano in Europa, e sul gradino più alto del podio spicca la Danimarca. Il paese nordeuropeo ha registrato  un punteggio di 0,7919 su una scala da zero a uno. Subito dietro la Danimarca vi sono la Svezia e il Canada. Nessuno dei paesi esaminati ha superato la soglia dello 0,8. Ciò dimostra che vi sono margini di miglioramento in tutte le aree digitali.

Fra gli altri dati emersi dal rapporto di Surfshark, interessante notare che fattori come la sicurezza informatica, le infrastrutture digitali e i servizi di e-government hanno una correlazione più significativa con la qualità di vita digitale che con i PIL pro capite.

Inoltre, il prezzo dei servizi gioca un ruolo significativo nel consentire l’accesso a Internet, ma  ha una correlazione considerevolmente inferiore con la DQL rispetto agli altri parametri.

Il digital divide si nota anche nella elevata disuguaglianza in termini di costi di accesso a Internet: in 3 paesi su 4 le persone devono lavorare più della media mondiale per permettersi Internet.

Come è facile intuire, l’epidemia di Covid-19 ha avuto un impatto significativo sulla stabilità delle connessioni Internet. 49 paesi su 85 hanno registrato cali di velocità nella connettività mobile mentre 44 in quella a banda larga, per via dell’enorme numero di persone costretta a lavorare da casa.

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