Il test di due soluzioni PDA+GPS con differente vocazione: l’HP l’iPAQ rx1950 è un PDA con supporto per GPS, il Mio Technology A201 ha il navigatore integrato.
Maggio 2006 Sugli scaffali dei negozi pullulano le offerte di sistemi
di navigazione GPS veicolare appartenenti alle tipologie più disparate.
Sono molto d’attualità, in particolare, le soluzioni all-in-one
dedicate, specifiche per auto, adatte soprattutto a chi cerca un sistema semplice
e quasi prive di “retrogusto” informatico, anche a costo di investire
cifre importanti nell’acquisto di un dispositivo dalla versatilità
molto limitata.
In qualche raro caso questi sistemi offrono alcune funzioni ausiliarie, come
quella di media player o quella di vivavoce Bluetooth, ma non si allontanano
di molto dalla destinazione d’uso che rimane quella di navigatori satellitari
stradali per uso veicolare.
Nonostante l’attacco sferrato da questa tipologia di sistemi, sul mercato
resistono e anzi continuano a migliorare le soluzioni basate su palmare.
A un costo del tutto assimilabile a quello dei sistemi dedicati, i kit basati
su palmare presentano il vantaggio essenziale di supportare una gamma di possibili
utilizzi estremamente vasta.
Oltre a consentire la navigazione con la stessa facilità e spesso con
le medesime applicazioni che fanno funzionare i sistemi dedicati, il palmare
può collegarsi a Internet, inviare e ricevere posta elettronica, funzionare
da organizer, blocco per appunti, rubrica telefonica, registratore vocale, eBook
reader.
Vi si possono installare applicazioni di qualunque tipo, dalla calcolatrice
scientifica alla mappa tranviaria, dal software per astronomia al ricettario
dietetico, dai giochi alla sveglia-cronometro, dalla lista della spesa elettronica
al bollettino meteo ricevuto via Internet. E naturalmente tutto questo funziona
anche fuori dall’automobile.
Ecco perché, trovandosi in procinto di spendere 3-400 euro in un sistema
di navigazione, molti decidono di prendere in considerazione l’opzione
“kit basato su palmare” anziché l’apparecchio specializzato.
Indubbiamente la maggior versatilità del palmare ne fa anche un oggetto
più sofisticato e quindi più complesso da regolare e da usare,
ma il suo controvalore in termini di funzionalità è molto spesso
tale da giustificare il maggior investimento.
La connessione al ricevitore GPS
Uno dei problemi più fastidiosi connessi con l’utilizzo di un palmare
come navigatore è quello del collegamento con il sensore GPS. I primi
kit erano basati su un sensore “volante” comunicante con il PDA
mediante un rudimentale cavo seriale. Questi sistemi avevano lo svantaggio di
“invadere” il cruscotto con una quantità eccessiva di cavi;
generalmente, poi, il sensore richiedeva alimentazione separata.
In seguito sono comparse soluzioni più pratiche basate su ricevitore
Bluetooth.
Il vantaggio dell’assenza di cavi e la possibilità di funzionare
indipendentemente dall’alimentazione 12V fornita dall’auto avevano
per contropartita un costo più alto (palmare e GPS dovevano entrambi
essere dotati di circuiteria Bluetooth, generalmente assente nei prodotti di
fascia bassa) e soprattutto la complicazione di dover ricaricare non solo la
batteria del palmare, ma anche quella del GPS.
Anche la configurazione della connessione Bluetooth non è certo semplice
come innestare uno spinotto in un connettore. Questo tipo di soluzione quindi
ha incontrato un buon gradimento fra gli utenti più esperti e “smanettoni”,
ma non fra il grande pubblico.
Sono principalmente due, pertanto, le soluzioni GPS basate su palmare che il
mercato, col tempo, ha individuato: la prima consiste nel corredare un “normale”
palmare di uno speciale supporto per automobile che integra al proprio interno
un ricevitore GPS, l’antenna e magari un altoparlante potenziato.
La seconda si basa su un’integrazione elettronica più spinta,
con un palmare che integra al suo interno addirittura il GPS e l’antenna
ed è installato su un supporto puramente meccanico.
Palmare più supporto polifunzionale
Alla prima categoria appartiene, per esempio, il kit iPAQ rx1950+supporto GPS.
Una volta montato in auto, questo tipo di sistema ha praticamente lo stesso
aspetto di un navigatore dedicato.
Poiché il GPS è incorporato nel supporto e la connessione con
il palmare avviene direttamente, senza cavi né Bluetooth, l’insieme
è molto solido e compatto. Di solito l’unico cavo presente è
quello di alimentazione, per il funzionamento tanto del palmare quanto del ricevitore.
Purtroppo non è possibile l’utilizzo come GPS escursionistico poiché
il supporto, troppo ingombrante e scomodo da portare con sé, richiederebbe
inoltre l’alimentazione a 12V.
In questi kit il palmare, privo com’è di Bluetooth e di GPS incorporato,
può essere anche un economico modello “basic”, il che aiuta
a contenere sia il prezzo di vendita totale del kit, sia le dimensioni e peso
del PDA. In alcuni casi però il palmare si concede qualche utilissimo
extra, come il Wi-Fi incorporato che caratterizza l’iPAQ rx1950 della
prova.
Palmare con GPS integrato
In questa seconda categoria di soluzioni l’hardware del palmare è
arricchito di tutto quello che serve per il funzionamento autonomo come navigatore
satellitare, grazie all’integrazione del chipset GPS e all’antenna.
Il supporto per il parabrezza dell’automobile ha così una funzione
puramente meccanica.
Spesso l’integrazione del sistema GPS nel palmare comporta qualche rinuncia,
anche solo per motivi di spazio circuitale o per contenere l’assorbimento
elettrico. Così, sono piuttosto rari i palmari-GPS all-in-one che includono
il Wi-Fi o il Bluetooth; anche se quest’ultimo non serve per collegarsi
con il ricevitore satellitare dato che è integrato, è comunque
utile per l’accesso Internet in mobilità attraverso un cellulare.
E’ il caso del Mio Technology A201 della prova, che a questo impiego del Bluetooth
aggiunge quello di vivavoce-headset per un telefono Bluetooth esterno.