Quando l’It è a presidio di flessibilità e business continuity

Nel gruppo Gardenia Orchidea, specializzato nella produzione di ceramica, il ruolo dell’informatica è quello di garantire la perfetta efficienza di tutta la filiera, per rispondere in modo agile alle richieste del mercato. L’approccio mobile della rete commerciale.

Specializzata nella produzione di pavimenti e rivestimenti in gres fine procellanato e bicottura in pasta bianca con elementi di arredo coordinati, Gardenia Orchidea dal 1961 a oggi è diventato uno dei principali gruppi produttivi del comprensorio ceramico italiano, con un fatturato che supera i 100 milioni di euro. Il gruppo di Spezzano di Fiorano (Mo), gestisce il proprio prodotto a ciclo completo, controllando tutte le fasi necessarie alla lavorazione delle ceramiche, partendo dagli smalti sino alla creazione dei pezzi speciali, anche realizzati a mano. L’intera filiera produttiva, che coinvolge più di 400 persone, è caratterizzata da forti sinergie che consentono un’elevata flessibilità in rapporto all’evolversi del mercato e degli orientamenti estetici. Ogni anno più di 10 milioni di mq di ceramiche in mono e bicottura e oltre 11 milioni di pezzi speciali vengono commercializzati in oltre 120 paesi nel mondo. Per consolidare la propria posizione sul mercato, il management ha attuato un piano di rinnovamento che ha toccato ogni reparto dell’azienda, secondo un più efficace e aggiornato assetto produttivo. Tre sono le linee guida: Hi-technology (ovvero alta tecnologia dei processi produttivi), Hi-fidelity (alta fedeltà del servizio al rivenditore) e Hi-quality (alta qualità globale dal progetto al prodotto, fino al punto vendita).


Daniele Giacobazzi, Edp manager della società, ci racconta le dinamiche di un’evoluzione aziendale che vede nell’Ict la parte fondante di una politica di successo.


L’Hi-technology è la prima delle linee guida del vostro piano industriale. Quali sono gli asset?


"Tutti i grandi macchinari di nuova acquisizione sono espressione di alta tecnologia e massima qualità per ottenere un prodotto di sicura eccellenza, capace di posizionarsi in modo perentorio nel mercato di fascia elevata. L’articolato piano di investimenti prevede diversi punti: l’acquisizione di Bitech, un nuovo stabilimento di ultima generazione per la produzione della bicottura in pasta bianca, con una capacità di 2,5 milioni di m2/anno; il rinnovo dello stabilimento per la produzione del gres porcellanato smaltato con conseguente adeguamento dello stoccaggio delle materie prime e del coloratore impasti; l’acquisto di due nuove presse PH 2890 e di due nuove macchine Eva 993; il potenziamento della produzione dei pezzi speciali con l’allestimento di nuove linee produttive e l’acquisto dei due impianti Kerajet, che utilizzano il sistema Hi Resolution Printing; un nuovo sistema informativo aziendale. La direzione ha sempre considerato l’Ict come un asset strategico della crescita aziendale. Il ruolo dell’informazione e della sua velocità di propagazione è ritenuta basilare per avere forza sul mercato".

Per arrivare a essere l’Edp manager di Gardenia Orchidea, quali sono stati gli iter professionali che l’hanno portata a ricoprire questo ruolo?


"Sono nato professionalmente in questa azienda, iniziando come gestore della rivoluzione informatica, occupandomi della migrazione dai classici terminali coi caratteri verdi ai più moderni pc in architettura di rete. Sono diventato informatico per passione: ho seguito il boom del personal computer quando tra i 16 e i 18 anni sono arrivati i primi Vic 20 e Commodore 64: dai giochi, con l’acquisto del mitico Apple II sono stato conquistato dalle logiche di programmazione e di sistema e ho deciso di approfondire il discorso scegliendo Ingegneria all’università".

Come viene vista internamente la sua figura e quali evoluzioni potrà avere?


"La mia figura è sempre stata vista come quella di una persona adatta a gestire il nuovo, non solo nell’ambito informatico, ma anche sulla totalità delle nuove tecnologie e applicazioni di tipo impiantistico, logistico e gestionale. Questo è il motivo per cui una parte del mio lavoro è di coordinare le scelte aziendali su tutto il panorama legato all’Ict. Se penso a un’evoluzione della mia figura professionale nel prossimo futuro posso immaginare che mi sposterò sempre più sul fronte del coordinamento, fungendo da interfaccia tra il Cda e il resto dell’azienda, a scapito di una focalizzazione sui contenuti più tecnici".

Sta delineando un destino comune alla maggior parte dei Cio. Quali sono gli elementi di maggior criticità che trova nel suo lavoro?


"Il fatto di dovermi confrontare con cose nuove implica come conseguenza naturale la possibilità di commettere errori. Il rischio, infatti, è quello di fare scelte sbagliate, oppure imbroccare soluzioni non completamente testate e pertanto non affidabili. L’informatica in un’industria deve essere per forza industriale: non tollera tempi di fermo o inefficienze, perché tutto si gioca sulla business continuity".

Rispetto al 2004, quest’anno avete in previsione nuovi investimenti sul fronte delle tecnologie informatiche?


"In cantiere è previsto il rinnovo completo della nostra piattaforma gestionale, sempre in chiave As/400".

La sicurezza è un problema prioritario, come dicono gli analisti, seguita dalla gestione e integrazione dei dati. Lo è anche per lei o c’è prima qualcos’altro?


"La sicurezza è senz’altro il primo problema: tecnologie come Internet o la posta elettronica, che dovrebbero essere intrinsecamente considerate come positive, possono essere totalmente stravolte o rese inutilizzabili da tutta una serie di attacchi o minacce che arrivano da più fronti. Soprattutto con le nuove tecnologie vale una regola di base: quanto più uno strumento può essere potente nel bene altrettanto lo può essere nel male".

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