Quanto risparmia la Pa con l’Agenda Digitale?

La prima edizione di uno specifico Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano ha identificato in quali ambiti, digitalizzando i processi, si potrebbe avere il maggiore contenimento dei costi

Circa 20 miliardi di euro di spese
in meno e 5 miliardi di entrate in più per la Pubblica Amministrazione in 3
anni
, in caso di digitalizzazione dei processi. A tanto ammonterebbero i
risparmi della Pa secondo l’Osservatorio Agenda Digitale di cui la School of Management del Politecnico di Milano ha presentato la prima edizione.

Nell’ipotesi che si renda
obbligatoria la fatturazione elettronica nei confronti della Pa, cioè che si
introduca il decreto attuativo della legge già approvato nel 2008, si
potrebbero ottenere risparmi diretti pari a 1 miliardo di euro per la Pubblica
amministrazione stessa e di 1 miliardo di euro per i suoi fornitori. Altri 3
miliardi verrebbero recuperati se, a partire da questo obbligo, si diffondesse
la fatturazione elettronica in almeno il 20% dei rapporti tra imprese.

Ipotizzando di utilizzare l’eProcurement per gestire il 30% degli
acquisti della Pa
– ha affermato Andrea Rangone, responsabile scientifico
dell’Osservatorio Agenda Digitale della School of Management del Politecnico di
Milano – si otterrebbero
benefici pari a circa 5 miliardi di euro l’anno. E questo guardando solo ai
risparmi “negoziali” sui prezzi di acquisto, ovvero senza considerare
i risparmi dovuti all’aumento della produttività del personale addetto agli
acquisti
”. Da sottolineare che oggi solo il 5% degli acquisti della Pa è
digitale.

Ipotizzando un 30% di pagamenti
elettronici per Imu, Tarsu, multe e bollo auto, i pagamenti elettronici verso la
Pa porterebbero invece a un risparmio di circa 0,6 miliardi di euro l’anno. Mentre
i pagamenti elettronici verso gli esercenti consentirebbero maggiori entrate
fiscali pari a circa 5 miliardi di euro l’anno legate alla diffusione dei
pagamenti con carte di credito e debito.

La dematerializzazione e l’innovazione
digitale nei processi della Pa farebbero risparmiare altri 15 miliardi di euro l’anno
(ipotizzando un 10% di incremento nella produttività del personale).

Infine, le startup, supponendo
un investimento di 300 milioni in seed, potrebbero avere un impatto sul Pil di circa 3 miliardi di euro in 10 anni.

In questi mesi, in particolare con il decreto Agenda
Digitale, l’azione governativa si è mossa concretamente su direttrici ben
specifiche verso l’innovazione nella Pubblica Amministrazione sui sistemi di
pagamento delle Pa, sui pagamenti elettronici, gli esercenti e le startup

ha commentato Andrea Rangone -. Peccato,
invece, si sia trascurato l’eProcurement, che la Pa usa per effettuare gli
acquisti, e la fatturazione elettronica, cioè la fattura in formato digitale
secondo le normative italiane ed europee. In relazione invece alla fatturazione
elettronica, esiste dal 2008 una legge che impone l’uso della fatturazione
elettronica nei rapporti tra fornitori e Pa, ma manca ancora oggi il decreto
attuativo. Si tratta di ambiti che possono davvero essere il motore della
crescita, con evidenti benefici per tutti, dalle amministrazioni pubbliche alle
imprese
”.

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