Non è più il produttore di riferimento per il mondo dell’impaginazione e del publishing dopo la grande crescita di Adobe anche in questo settore, Quark Software sa però che la sua piattaforma ha comunque uno zoccolo duro di utenti e ne ha reso disponibile una nuova versione. Si tratta ovviamente di QuarkXPress 2017, che continua a puntare sull’integrazione delle funzioni e si propone come sistema unico per graphic design e desktop publishing per la produzione tradizionale su carta e anche in digitale.
QuarkXPress 2017 introduce diverse nuove funzioni concentrate in particolare nell’editing grafico e di immagini e nella parte tipografica. Le novità di maggior spicco sono l’introduzione di funzioni di editing non distruttivo per le immagini (alla Photoshop, per intenderci), la conversione automatica e adattiva dei layout di pagina (da stampa a digitale o tra formati di stampa diversi) e l’esportazione di più layout in un singolo “package” HTML5 che così risulta funzionale su vari device.
Tra le novità richieste esplicitamente dagli utenti c’è il potenziamento delle funzioni di conversione dei contenuti e dei layout di terze parti (PDF, Illustrator, EPS, InDesign…) in oggetti QuarkXPress modificabili. Queste funzioni esistevano già, nella versione 2017 del programma hanno un raggio d’azione più ampio.
Per QuarkXPress 2017 è stato studiato un piano piuttosto aggressivo di aggiornamenti e di “conquista” di nuovi utenti. Oltre alla licenza a prezzo pieno (829 euro) ci sono le licenze education (79 euro) e gli aggiornamenti a prezzo ridotto per chi viene dalla versione 2016 (185 euro) e anche da quelle precedenti fino alla 3 (399 euro). Ma colpisce soprattutto la proposta per chi usa altri programmi: 399 euro per passare a QuarkXPress 2017 se si ha una licenza valida di un programma qualsiasi tra InDesign, FrameMaker, Lightroom, PageMaker, Photoshop, Capture One Pro, CorelDraw, Microsoft Publisher e Serif PagePlus.
I prezzi sono per le licenze perpetue: Quark non ha intenzione di cambiare modello e continua ancora ad adottare quello dell’acquisto “una tantum”, senza abbonamenti nemmeno per la parte di pubblicazione delle app HTML5. Anche se in questo caso gli sviluppatori/creativi devono avere un proprio dominio e propri server per erogare i contenuti.
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